Una semplice passeggiata in centro dovrebbe essere sufficiente per smentire tanta cattiva stampa. Basterà a evitare il nascere di un'altra leggenda metropolitana sui cinesi?
A furia di ripetere una bugia, questa rischia di diventare una verità. E’ questa la preoccupazione che mi è sorta qualche giorno fa quando mi hanno chiesto una opinione sulle notizie riportate da agenzie e giornali nazionali a proposito della ôinvasioneö dei commercianti cinesi nella storica via dei Coronari, nel pieno centro di Roma a due passi da Piazza Navona, nota per essere storicamente sede di negozi di antiquariato.
Facendo una ricerca su Google si vedono diversi articoli sul tema, con termini in alcuni casi preoccupanti. Si parla di ôinvasioneö cinese, ôassedioö, si evocano le mafie e si illustrano movimenti sospetti di capitali.
Riporto per esempio uno degli articoli che testualmente afferma ôE, naturalmente, al posto dei quadri carvaggeschi e delle tele di Vanvitelli sono comparsi oggetti di poco prezzo ed empori stile Chinatown. Si presentano con valigette piene di contanti e offrono prezzi anche al di sopra del mercato pur di assicurarsi un posto in via dei Coronariö.
In un altro passaggio si dice ôDopo l’assalto all’Esquilino, ora è la volta dell’assedio a via dei Coronari. Se a ci? si aggiungono gli investimenti immobiliari e nei settori della ristorazione e dell’abbigliamento che fanno convergere su Roma capitali della ændrangheta, della camorra e della mafia, si spiega l’allarme della Divisine investigativa antimafiaö.
Leggendo articoli di questo tenore, ci si aspetterebbe di trovare chissà che cosa in questa via, insegne al neon in caratteri cinesi, visi orientali dietro i banconi della maggior parte dei negozi della via, un cicaleccio in cinese sulla strada e situazioni di questo genere.
Così, mi sono fatto una passeggiata per il centro e per questa bellissima via di Roma nella quale ho visto dei bei negozi, pieni di oggetti probabilmente fuori dalla mia portata economica, alcuni ristoranti eleganti, parrucchieri, negozi di alimentari ma, scoperta delle scoperte, nessun negozio cinese. Zero. 0. Niente. Nada.
Le uniche cose che potessero ricordare la Cina erano un negozio di antiquariato orientale, gestito da italiani, un bel vaso cinese che faceva mostra di sè nella vetrina di un antiquario, un negozio di bonsai ( i bonsai sono, a dire il vero, giapponesi, ma concediamo che uno si possa pure confondere).
Ma allora, dove sono gli ôempori stile Chinatownö? E cosa giustifica il termine ôinvasioneö, ôassedioö se non esiste un solo negozio cinese? Veramente perplesso ho fatto un altro giro dopo una mezz’oretta, giusto per essere sicuro che non ci fossero dei negozi chiusi per una pausa pranzo un po’ più lunga.
A questa seconda osservazione ho notato dei cartelli di ôaffittasiö e ôvendesiö. Ma come, si affittano e si vendono negozi? Ma l’articolo non diceva di gente che si presenta con valigie piene di soldi e a prezzi sopra il mercato pur di assicurarsi un posto? E come mai invece sono questi a cercare di cedere la propria attività?
Ho solo una risposta possibile a queste domande, e cioè che stiamo assistendo alla nascita, probabilmente strumentale, di un’ennesima leggenda metropolitana.
Marco Wong
Fonte:
http://www.associna.com/modules.phpònam ... =0&thold=0