nuova infame norma razzista - page 1 - Diritti dell'immigrato & Osservatorio - Associna Forum

Autore Topic: nuova infame norma razzista  (Letto 6783 volte)

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cavallo

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nuova infame norma razzista
« il: 12 Marzo, 2009, 10:11:30 am »
ihttp://www.secondegenerazioni.it/forum ... f=5&t=1928


"Il ddl sicurezza prevede una norma, passata quasi inosservata, che impedisce la registrazione alla nascita dei figli di cittadini stranieri irregolari, in palese violazione della Costituzione e della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

Le conseguenze di tale modifica normativa sarebbero gravissime: i bambini non registrati alla nascita resterebbero senza identità, completamente invisibili; vi è inoltre il forte rischio che i bambini nati in ospedale non vengano consegnati ai genitori privi di permesso di soggiorno e siano dichiarati in stato d'abbandono; per evitare questo, è probabile che molte donne in condizione irregolare decidano di non partorire in ospedale, con serissimi rischi per la salute della madre e del bambino.


>>>>> Conseguenze dell’art. 45, comma 1, lett. f) del ddl C. 2180 sul diritto del minore a essere registrato alla nascita

L’art. 45, comma 1, lett. f) del disegno di legge ôDisposizioni in materia di sicurezzaö, approvato dal Senato e attualmente all’esame della Camera (C. 2180), introduce l’obbligo per il cittadino straniero di esibire il permesso di soggiorno in sede di richiesta di provvedimenti riguardanti gli atti di stato civile, tra i quali sono inclusi anche gli atti di nascita [1].
L’ufficiale dello stato civile non potrà dunque ricevere la dichiarazione di nascita né di riconoscimento del figlio naturale da parte di genitori stranieri privi di permesso di soggiorno.
La norma che impedisce la registrazione della nascita si configura come una misura che oggettivamente scoraggia una protezione del minore e della maternità. Una simile norma appare dunque incostituzionale sotto diversi profili. In primo luogo comporta una palese violazione del dovere per la Repubblica di proteggere la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo (art. 31, comma 2 Cost.) e sfavorisce il diritto-dovere costituzionale dei genitori di mantenere i figli (art. 30, comma 1 Cost.). In secondo luogo viola il divieto costituzionale di privare della capacità giuridica e del nome una persona per motivi politici (art. 22 Cost.) ed è noto che la dottrina si riferisce alle privazioni per qualsiasi motivo di interesse politico dello Stato.
La norma è altresì incostituzionale per violazione del limite previsto dall'art. 117, comma 1 Cost. che impone alla legge di rispettare gli obblighi internazionali. Essa si pone infatti in palese contrasto con la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre 1989, ratificata e resa esecutiva con legge 27 maggio 1991, n. 176 che agli articoli 7 e 8 riconosce a ogni minore, senza alcuna discriminazione (dunque indipendentemente dalla nazionalità e dalla regolarità del soggiorno del genitore), il diritto di essere ôregistrato immediatamente al momento della sua nascitaö, il diritto ôad un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori ed a essere allevato da essiö, nonché il diritto ôa preservare la propria identità, ivi compresa la sua nazionalità, il suo nome e le sue relazioni famigliariö. La disposizione in oggetto violerebbe inoltre l'art. 24, comma 2 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, firmato a New York il 16 dicembre 1966, ratificato e reso esecutivo con legge 25 ottobre 1977, n. 881, che espressamente prevede che ogni bambino deve essere registrato immediatamente dopo la nascita ed avere un nome.
Le conseguenze di tale modifica normativa sui bambini che nascono in Italia da genitori irregolari sarebbero gravissime.

I minori che non saranno registrati alla nascita, infatti, resteranno privi di qualsiasi documento e totalmente sconosciuti alle istituzioni: bambini invisibili, senza identità, e dunque esposti a ogni violazione di quei diritti fondamentali che ai sensi della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza devono essere riconosciuti a ogni minore. Ad esempio, in mancanza di un documento da cui risulti il rapporto di filiazione, molti di questi bambini non potranno acquisire la cittadinanza dei genitori e diventeranno dunque apolidi di fatto. Per tutta la vita incontreranno ostacoli nel rapportarsi con qualsiasi istituzione, inclusa la scuola. Proprio a causa della loro invisibilità, saranno assai più facilmente vittime di abusi, di sfruttamento e della tratta di esseri umani.
In secondo luogo, vi è il forte rischio che i bambini nati in ospedale non vengano consegnati ai genitori privi di permesso di soggiorno, essendo a quest’ultimi impedito il riconoscimento del figlio, e che in tali casi venga aperto un procedimento per la dichiarazione dello stato d’abbandono. Questi bambini, dunque, potranno essere separati dai loro genitori, in violazione del diritto fondamentale di ogni minore a crescere nella propria famiglia (ad eccezione dei casi in cui ci? sia contrario all’interesse del minore), sancito dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e dalla legislazione italiana.
E’ probabile, infine, che molte donne prive di permesso di soggiorno, temendo che il figlio venga loro tolto, decidano di non partorire in ospedale. Anche in considerazione delle condizioni estremamente precarie in cui vivono molti immigrati irregolari, sono evidenti gli elevatissimi rischi che questo comporterebbe per la salute sia del bambino che della madre, con un conseguente aumento delle morti di parto e delle morti alla nascita.


[1] La citata disposizione del disegno di legge modifica l’art. 6 comma 2 del D. Lgs. 286/1998, eliminando l’eccezione attualmente prevista in base a cui il cittadino straniero è esonerato dall’obbligo di presentare il documento di soggiorno per i provvedimenti riguardanti gli atti di stato civile."
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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vasco reds

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« Risposta #1 il: 12 Marzo, 2009, 10:21:27 am »
il sito è questo:
http://www.meltingpot.org/articolo14130.html

lo stegno è più che condivisibile, viene da chedersi però come mai quando mesi fa si voleva dare un'altrettanto certa identità a minori invisibili con impronte e quant'altro, gli stessi che oggi protestano giustamente aoolora protestavano contro lo stesso principio 8O

delle volte il mondo gira propio in modo strano
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

cavallo

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« Risposta #2 il: 12 Marzo, 2009, 10:42:42 am »
l'infame pregiudizio razzista anti-Rom di 1 (e 1 solo) frequentatore di questo Forum (che per mesi ha riempito il Forum di criminalizzazioni generalizzanti contro i Rom, grondanti razzismo, come del resto ora che minimizza invece l'orrore del DL 733 contro tutti i migranti irregolari) torna a galla nel confondere come sempre 2 cose che non c'entrano nulla, anche perché non risulta se non ai comici del Bagaglino che la registrazione di un atto di nascita sia comparabile con l'umiliazione di prendere le impronte come a delinquenti a bambini Rom anche cittadini italiani (umiliazione accresciuta dal fatto che MAI si é fatto finora altrettanto per i bambini italiani non-Rom, il che ne prova il carattere razzista)..

La "visibilità", infatti, é perfettamente assicurata da quella strana cosa (che fino a pochi anni fa non esisteva in GB, ad esempio....) detta "carta d'identità" che si ha proprio in base alla possibilità di accedere ANCHE SE IRREGOLARI (e tanto più se regolari o cittadini italiani) ai servizi di stato civile ed anagrafici dei Comuni e che i Rom chiedono da decenni senza ottenerla perché ci si ostina a considerarli "nomadi", cosa che non sono da tempo se non nella mente di chi specula su di loro o li criminalizza.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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« Risposta #3 il: 12 Marzo, 2009, 11:22:26 am »
ti ricordo che un certificato di nascita è tuttaltra cosa che una carta di identità, se non hai il primo difficilmente hai il secondo
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

cavallo

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« Risposta #4 il: 12 Marzo, 2009, 12:10:29 pm »
appunto, ed un certificato di nascita NON richiede alcuna presa di impronte, né una carta di identità del vecchio modello, quindi é infame ogni tentativo di giustificare (come tu fai) l'ignobile norma razzista contro i Rom che impone ai bambini di dare le loro impronte come delinquenti (persino se cittadini italiani!) confondendola con il sacrosanto diritto ad essere registrati alla nascita anche se figli di miranti irregolari, che un'altra ignobile norma razzista rimette in discussione.

come sempre non sai quel che scrivi e contraddici del tutto, da solo, quel che affermi, tranne le uniche 2 cose costanti nei tuoi scriti: il tuo livore criminalizzante e razzista verso Rom, "imprenditori extracomunitari", ecc. e la tua tendenza a minimizzare le più infami norme razziste, come il DL 733, anche dopo che ti hanno dimostrato tutti la loro gravità.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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« Risposta #5 il: 12 Marzo, 2009, 12:24:49 pm »
per fortuna a differenza dei batteri siamo tutti diversi, continua a sparare falsità, poi non ti lamentare se gli admin ti riprendono :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

Dubbio

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« Risposta #6 il: 12 Marzo, 2009, 14:01:24 pm »
Citazione da: "vascoexinhong"
il sito è questo:
viene da chedersi però come mai quando mesi fa si voleva dare un'altrettanto certa identità a minori invisibili con impronte e quant'altro, gli stessi che oggi protestano giustamente aoolora protestavano contro lo stesso principio 8O

Ma fammi capire, secondo te il tuo diritto ad avere un'identità alla nascita c'entra qualcosa col fatto che poi lo Stato ti voglia schedare?

Perché sono questi i due termini del discorso, e non si tratta affatto dello stesso principio.

E se io ritengo che il tuo diritto ad un'identità sia inviolabile, è ben coerente che poi mi opponga a misure concernenti la tua identità che io ritenga lesive della tua dignità.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

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« Risposta #7 il: 12 Marzo, 2009, 14:03:41 pm »
avere un'identità alla nascita (certificato) non è già una forma di schedatura?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

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« Risposta #8 il: 12 Marzo, 2009, 14:30:26 pm »
vedi sul dizionario il termine "identità" e quello "schedatura" primadi sparare simili assurdità, vasco; e nota che nello critto che ho pstato 8e che non hai letto o capito) ci sono tutti i riferimenti giuridici (ad esempio alla Convenzione OPNU sui Diritti dell'Infanzia, ratificata dall'Italia) che definiscono l'identità come un DIRITTO ndividuale inalienabile.

i Rom in Italia non hanno MAI rifiutato di avere un'identità, anzi lo rivendicano inutilmente (dinanzi a certi criminalizzatori come te) da decenni e rivendicano da decenni appunto le "carte d'identità" (quelli che non le hanno potuete avere), mentre prendere le impronte é procedura carcerario-poliziesca perché serve solo a determinare l'identità IN CASO DI REATO (per strada o in un ufficio non si controllano le impronte, mentre lo si fa dopo un reato sugli oggetti tocati dal criminale ...) ed é quindi del tutto diverso e fa parte della tua stessa logica razzista di criminalizzazione di un'etnia (cittadini italiani compresi) in base al comportamento di singoli individui, per cui non stupisce che tu non lo capisca/faccia finta di non capirlo.
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Dubbio

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« Risposta #9 il: 12 Marzo, 2009, 16:26:32 pm »
Citazione da: "vascoexinhong"
avere un'identità alla nascita (certificato) non è già una forma di schedatura?

Questione di opinioni, ma non è di questo che stiamo discutendo, parlavamo dei principi.

Il principio che sta alla base dell'attribuzione di identità alla nascita è quello dell'attribuzione di diritti.

Il principio che sta alla base dell'imposizione della presa delle impronte digitali è quello di limitare uno di tali diritti, fondamentalmente quello alla privacy (limitazione che oltretutto porta con sè il rischio di uso anomalo o autoritario del dato e con esso il rischio di ledere altri diritti dell'individuo).

Quindi, se ti piace usare il termine schedatura anche per definire l'attribuzione di identità alla nascita, diciamo che schedare per attribuire diritti non è la stessa cosa che schedare per limitarli.

E torniamo al punto di partenza e cioè che la tua obiezione di incoerenza fatta all'inizio del topic non è corretta.

Ad ogni modo il verbo schedare, se usato con le persone al complemento oggetto, è usato in italiano in senso dispregiativo per cui è utilizzabile per descrivere l'attribuzione di identità alla nascita solo da chi ritenga che quell'atto stesso sia un sopruso, cosa che ormai non sostengono più neppure gli anarchici più accesi, mi pare.

E del resto ti sarai accorto che io ho definito schedatura il prendere le impronte ai bimbi rom, ma Maroni si è ben guardato da usare quel termine, perché per lui non è un atto negativo.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

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« Risposta #10 il: 12 Marzo, 2009, 17:02:13 pm »
allora se vogliamo portare il discorso non sui documenti ma sulle impronte pu? andare anche bene, non mi risulta che nessun maschio italiano che abbia fatto una visita "militare" e che quindi sia atato obbligato a rilasciare impronte si sia mai sentito discriminato per questo, come nessuno che voglia la nuova e "figa" carta di identità formato carta di credito si senta discriminato quando in comune gli chiedono di mettere il ditino sul lettore che scanasizza l'impronta e va a finire in una banca dati.
stesso discorso anni fa per entrare in banca, in alcune per entrare dovevi poggiare il pollice su uno scanner, in questo caso mi sembra sia intervenuto il garante sulla privacy.
il problema dei nomadi forse è nato perchè molti non hanno nemmeno il certificato di nascita, quindi non c'è la certezza di chi siano i genitori o gli "sfruttatori" se si conosce un'altro metodo per certificare l'identità di un soggetto adottiamo quello se è meno "discriminante", mi auguro non venga proposto il chip sottocutaneo.
il problema dell'identità dei minori non è solo un problema degli "stranieri" o dei nomadi è un problema a mio avviso anche italiano e mi auguro che venga risolto al più presto anche con le impronte, faccio un esempio:
fino a qualche anno fa le mie figlie erano sul mio passaporto e  su quello di mia moglie con nome e cognome luogo e data di nascita MA SENZA FOTO!!!! io e mia moglie saremmo potuti benissimo essere dei trafficanti di bambini (pedofili, organi e chissà cos'altro) e nessuno ci avrebbe potuto dire niente  se non con un test del dna, ma potevo dire che erano adottate.... adesso per vari motivi hanno un loro passaporto con foto fatto a 1 anno e mezzo e a 7 anni, sono schedate ma a me va benissimo così
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

Dubbio

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« Risposta #11 il: 12 Marzo, 2009, 18:44:45 pm »
Citazione da: "vascoexinhong"
allora se vogliamo portare il discorso non sui documenti ma sulle impronte pu? andare anche bene

E perché mai, io ho scritto che la questione è che tu hai fatto un'accusa di incoerenza infondata e te l'ho dimostrato.

Non voglio portare il discorso da nessuna parte.

So bene che sei favorevole alla misura delle impronte digitali, io no, ma ne ho parlato solo per chiarire che il tema di questo topic e quel tema sono ben diversi.

Ora dovresti solo ritirare l'accusa di incoerenza fatta a chi la pensa diversamente da te.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

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« Risposta #12 il: 12 Marzo, 2009, 19:25:18 pm »
la mia accusa di incoerenza sta nel fatto che prima non si vuole dare identità certa poi la si vuole dare

detta in parole povere
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Dubbio

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« Risposta #13 il: 12 Marzo, 2009, 20:10:03 pm »
Citazione da: "vascoexinhong"
la mia accusa di incoerenza sta nel fatto che prima non si vuole dare identità certa poi la si vuole dare

So che questa è la tua accusa e ho risposto spiegando che non è vera.

O controbatti a quello che ho scritto, argomentando dove non sia condivisibile, e non lo hai fatto.

O non hai argomenti e allora ripetere semplicemente l'accusa invece di ritirarla sembra evidenziare un rifiuto a discutere, ma allora bastava dirlo subito, anche se in un forum sarebbe stato surreale.
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« Risposta #14 il: 12 Marzo, 2009, 20:24:06 pm »
con te non ho difficoltà a discutere, anzi mi fa piacere, anzi considerami l'uomo della strada analfabeta  e ignorante (e non scerzo, anzi a qualcuno farà piacere)

mesi fa apro i giornali e leggo (anche se sono analfabeta) che si vuole (dal governo) dare un'identità certa a dei cittadini che identità certa non hanno, e poi leggo che dall'altra parte altre persone sono contrarie

oggi leggo che il governo vuole togliere l'identità ad altre persone e altre persone sono contrarie....

l'incoerenza per me (da ignorante)sta da entrambe le parti sia del governo che di chi contesta


adesso spiegami un po' te
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