ciao,
grazie per le informazioni he mi chiariscono aluni aspetti e credo che tu abbia già alcune idee chiare su come agire e ne sono contento, per cui mi permetto solo di aggiungerti alcune annotazioni e non lezioni, dopo di che ribadisco l'esigenza di collegare quegli interventi, in futuro, il più possibile ad organizzazioni locali e italiane riconosciute, per evitare l'isolamento, conflitti con le istituzioni, puntiformità eccessiva degli interventi e rischi di risultati controproducenti rispetto agli ottimi propositi.
Sulle cose che scrivi, quindi, ti sintetizzo i punti seguenti:
1) concordo che le associazioni strutturate hanno costi sottratti agli interventi, ma é un prezzo da pagare (se non si tratta di costi resi eccessivi dalla incapacità/disonestà...) per passare dalle iniziative di "buona volontà" e puntiformi a quelle sistemiche e con sponsors istituzionali italiani (scuole, Comuni, Regioni, ecc.) ed in un quadro normativo chiaro (per evitare conflitti futuri, magari creati da gente invidiosa, con le autorità cinesi) e metodologicamente capace di superare l'episodicità che non sarebbe in grado di aginare processi docuti alle migrazioni, alle norme statali, agli interventi speculativi sui saperi, ecc.;
2) ottimo il fatto che lavorino assieme un Han e una Miao; sarebbe utile affiancarli con un comitato composto dal maestro che si vede nel sito e da rappresentanti Miao dei villaggi (indagando quali sono le figure tradizionali-chiave di quei villaggi: maestri artigiani , guaritori, ecc.);
3) un appoggio alle autorità in una campagna di registrazione degli abitanti non registrati sarebbe assai utile per poter quantificare bisogni e potenzialità di vario genere e scrivere progetti più ampi in futuro, ma certo non é semplice e si pu? lavorare lo stesso sulle stime, però almeno i destinatari potenziali dell'intervento educativo (bambini in età scolare, già toccati dall'intervento e non toccati) andrebbero invece censiti accuratamente e on modo aggiornato in continuo (con l'aiuto degli insegnanti) con schede individuali e tabelle riassuntive per età, scolarizzazione, condizione familiare, ecc., altrimenti gli interventi sono privi di base di verifica quantitativa-qualitativa ("indicatori");
4) l'arrivo nei villaggi di elementi di "innovazione di costume" (sigarette, alcoolici industriali, perfino l'innocente "nutella"...) é certamente un elemento inevitabile ma che se non vien gestito in modo attento e professionale diventa un contributo anche involontario alla loro devastazione culturale e perfino socioeconomica (favorendo l'emigrazione verso le città viste come luoghi di bengodi da cui vengono quei prodotti); per questo é invece indispensabile favorire la valorizzazione ANCHE socioeconomica di saperi e saper fare locali tradizionali, in termini non di rapina ma di costruzione di circuiti virtuosi; ad esempio sarebbe interessante uno studio sulle pratiche medico-erboristiche tradizionali locali per vedere se da esse possa derivare una fonte di reddito da fare gestire agli abitanti stessi in rapporto con farmacie tradizionali in area urbana (
http://it1.chinabroadcast.cn/1/2004/08/31/68@17956.htm - " i Miao coltivano anche erbe medicinali pregiate come lo Pseudo-ginseng, la Gastrodia elata e l'Eucommia ulmoides") un'analisi sulle possibilità di produzione e vendita (e di studio) degli strumenti aerofoni e di altri oggetti tradizionali, uno studio sulla formazione all'uso di strumenti di videoriproduzione per realizzare documentari e CD sulla cultura Miao (si possono trovare sponsors su questo), ecc.;
5) la tutela e valorizzazione delle specificità culturali (e linguistiche) Miao non significa assolutamente cristallizzarle, mummificarle e produrre una sorta di "riserva indiana" (su questa valorizzazione di culture minoritarie le esperienze della Provincia di Trento sono eccezionali e mostrano che SI PUO': lo ha capito anche il Governo della RPC che le sta studiando ma che non le ha potute ancora trasferire in tutti i contesti!), ma al contrario si dovrebbe basare su:
* analisi seria di quanto già si sa (ci sono opere descrittive) sui Miao e di quel che é la realtà in quelle località in cui si opera, già segnate da interazioni diverse con la realtà Han (e ora con quella di "stranieri bianchi"...);
* coniugazione di un'azione di tutela contro gli stravolgimenti (ad esempio evitando he case e scuole siano costruite in stile non-tradizionale per effetto della copiatura di modelli considerati "più moderni", in genere MENO ADATTI alle condizioni climatiche e al senso culturale del luogo) con l'intreccio fra tale tutela (ad esempio anche in termini linguistici, evitando che la scolarizzazione in Cinese cancelli la lingua Miao, ovvero evitando l'introduzione eccessiva di cibi, bevande, medicamenti che distruggono i saperi e i costumi locali ed accentuano la dipendenza economica e di modello dalle città) e le condizioni integrative (ad esempio i programmi scolastici statali cinesi, le nuove possibilità di spostamento, ecc.);
* coniugazione, soprattutto, di ogni intervento nel'ambito culturale ed educativon basato sull'intreccio suddetto con programmi che riducano i rischi di espansione della dipendenza dalle aree urbane (e della loro mitizzazione) e favoriscano la creazione di occasioni nuove di produzione, reddito, autonomia a partire proprio dalle diverse possibili valorizzazioni di caratteristiche, saperi e saper fare locali, evitando che essi siano invece alla fine saccheggiati da intermediari o ditte esterne;
* coinvolgimento attivo dei Miao e delle figure-chiave dei villaggi (insegnanti, cariche politiche comunitarie, guaritori, maestri artigiani, ecc.) nella formulazione delle proposte e nella gestione dei processi sopracitati;
6) il turismo meno male che per ora, senza regole e linee guida, non c'é; io l'ho citato solo perché in prospettiva pu? essere oggetto sia di progetti interessantissimi, che usino esperienze delle ONG e di rarissime istituzioni italiane (già accreditate in RPC, come il COSPE e la Provincia di Trento), sia di interventi devastanti, spesso col consenso delle autorità locali, abbagliate dalla prospettiva economica (e da qualche regaletto....), tanto più se esse sono non-Miao...;per cui bisogna attrezzarsi in anticipo perché l'area Miao é già penetrata, come ho documentato nei links, da iniziative turistiche anche italiane (
http://www.tucanoviaggi.com/index.phpòo ... 48&cont=49)! Tanto più dopo che la RPC ne ha otenuto la classificazione della culura nella Lista del patrimonio Immateriale dell'UNESCO
sui Miao/Hmong:
http://it.wikipedia.org/wiki/Miaohttp://it1.chinabroadcast.cn/1/2004/08/31/68@17956.htmhttp://italian.cri.cn/1/2003/12/25/1@1272.htmhttp://www.hmongnet.org/hmong-au/chmong.htmhttp://www.oblo.it/articoli/publish/art ... Cina.shtmlhttp://www.hmonghome.com/http://www.hmonghome.com/listzt.aspòid=5http://www.hmonghome.com/shop.asp (guarda i prezzi dei costumi sul mercato occidentale...!!!!)
http://uk.truveo.com/MiaoHmong-China-Fa ... /737387507http://www.hmonghome.com/dongtai.asphttp://www.manzutto.it/Miao.htmhttp://lawprofessors.typepad.com/china_ ... law-a.htmlhttp://www.amazon.com/Butterfly-Mother- ... 0872208494 (la cultura poetica Miao é altissima e va preservata e trasmessa agli alunni; a proposito, dal 1956 la lingua Miao é stata trascritta in caratteri latini dal Governo Cinese ed é indispensabile che venga insegnata ai bambini anche in forma scritta:
http://en.wikipedia.org/wiki/Hmong-Mien_languages)
http://giappone-ghirotti.in-goo.net/age ... a-t305.htm17,30 Proiezione del filmato TUTTI A SCUOLA NELLA TERRA DEI MIAO
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