Leggo con profonda tristezza quanto scritto dalla giovane ragazza, alla quale esprimo tutto il mio affetto (anche se serve a poco, visto che non cancella quanto è accaduto).
Mi hanno colpito alcune sue parole:
...Il peso della diffidenza, il peso del sentirsi diversi, il peso della paura di essere sbagliati...
Normalmente capita a tutti di provare diffidenza verso qualcuno, ma quando questa diffidenza diventa "peso" per chi la prova, mi da l'idea di chi non riesce più a fidarsi di nessuno (o di pochissime persone). Questo mi porta a pensare alla solitudine.
Poi "DIVERSI"... ma diversi da CHI?
Perché lei è realmente diversa.... è diversa da quei razzisti che ha incontrato e che, purtroppo, continuerà ad incontrare... ma non diversa nell'aspetto, che è di sicuro leggermente differente, ma è soprattutto diversa nel cuore e nella mente. Ed è questa diversità che rende lei una persona e loro delle bestie (non dico "animali" per non offendere le varie specie).
La sua diversità, quindi, non deve essere un peso, bensì un vanto!
Ultima, forse la frase più terrificante:
"...il peso della paura di essere sbagliati..."Perché LEI si deve sentire sbagliata? Cosa ha fatto LEI di sbagliato? Quali possono essere gli errori di una normalissima 15enne?
Forse siamo andati troppo oltre.... La vittima che cerca in se stessa le motivazioni che hanno spinto la bestia ad attaccare...
Spero che qualcuno abbia la possibilità di parlare con Maria Silvia, di farle capire che "lei NON è sbagliata" e che, oltre ai razzisti che ha incontrato, esistono anche persone che la considerano per chi realmente è: una ragazza italiana con pari diritti e pari doveri di qualsiasi altra persona.