la lavanda in provenza ha una sua storia,certo, anche il té e il riso e gli aranci hanno una loro storia in Cina, ma nessuno si scandalizza che il primo sia prodotto anche in Sri lanka, India e Kenia, il secondo anche in Piemonte, i terzi anche in Sicilia e Spagna...c'é un copyright storico sulle coltivazioni? allora pensa alla patata, al pomodoro, alla pesca, alla ciliegia, al mais, al caffé, al kiwi, ecc., eh?
o da fastidio SOLO quando una coltivazione viene attivata dai Cinesi?
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il turista va in provenza e vede anche la lavanda, immersa in un contesto, che se non possiamo definire "appropriato" è almeno "come da aspettativa".. Nessuno realisticamente andara in Xinjiang a vedere i campi di lavanda..(anche perchè lo Xinjiang è più grosso di tutta la Francia, non puoi mica fare mezz'ora di macchina e andare a vedere le gole del verdon oppure in costa azzurra, ecc.), perchè la lavanda non è associata alla cina ed è vista come fuori "contesto". vedo che mescoli questioni diverse: é ovvio che le attrattive della Provenza e del Xinjiang sono diverse edf é giusto quel che dici sulle dimensioni e le distanze..... ma che una pianta sia "duori contesto" quando si coltiva in Cina e "in contesto" quando (come gli esempi da me appena citati e mille altri) si coltiva in Europa NON ESSENDO STORICAMENTE EUROPEA mi pare una deriva pericolosa.... "contesto" di che? del gelso, del fagiolo, del pompelmo, della soja, della susina?
gli agrumeti ed i gelseti siciliani, le piantagioni di kiwi in Nuova Zelanda o in Italia, le patate in Olanda e Germania sono "in contesto" o "fuori contesto"? e lo erano in quale secolo?
Detto questo non capisco come mai Cavallo la cosa ti faccia tanto piacere. Qui in europa stiamo con una mano davanti e una di dietro, non si sa più come salvarsi e sembra che la cosa ti faccia quasi contento..se siamo nelle peste come dici tu non é certo perché qualcuno ci ha rubato la lavanda o altro....o dovremmo dire che andava bene solo quando eravamo noi Europei a prendere piante e ricchezze altrove? vedi che ragionamento con conseguenze rischiose.....
ridiamo ai Peruviani la patata, ai Messicani il mais e il cacao, agli Etiopi il caffé, ai Cinesi rioso, té, agrumi, soja, kiwi, ecc. e soprattutto gli immensi profitti plurisecolari fatti dalle compagnie europee su quelli ed altri prodotti? non credo, quindi perché i Cinesi non possono inondare il mercato di lavanda prodotta da loro (e fragole, e pomodori, e aglio, ecc.)??
A me dispiace sapere che la produzione sia andata via dalla Francia.se la Francia sa usare quei fattori che tu giustamente sottolinei di rapporto fra produzione della lavanda (o di altro) e caratteristiche storiche del suo territorio (e in genere lo sa fare meglio dell'Italia...) e sa difendere la sua lavanda dalle malattie, ottimo per lei, se non ci riesce é un problema suo, esattamente come la Cina non ha saputo in passato mantenere il monopolio sull'allevamento dei bachi da seta (ma allora ci faceva taaaaanto comodo e quindi esaltiamo tuttora bizantini e soci e poi aragi che riuscirono a portare via alla Cina quel segreto, vero? ahahah!)...
chi sa commerciare e promuovere i valori immateriali dei prodotti e dei territori vince, gli altri perdono e da nessuna parte sta scritto che a perdere (magari a colpi di cannone e frustino, in un passato a cui taluni guardano in Occidente con malcelata nostalgia) debbano essere sempre e per sempre Indiani, Cinesi, Peruviani, Brasiliani, Messicani, ecc....o no?