Cina: per valorizzare la lavanda - Costume & Società - Associna Forum

Autore Topic: Cina: per valorizzare la lavanda  (Letto 2836 volte)

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cavallo

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vasco reds

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« Risposta #1 il: 14 Maggio, 2009, 21:18:02 pm »
certo con quello che costa la lavanda in cina!!!

accidenti a quel film che lo ha reso uno status simbol circa 5 anni fa.... :?
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« Risposta #2 il: 14 Maggio, 2009, 21:52:47 pm »
credo che la questione sia...leggermente diversa;

forse vasco oltre a tante cose non sa che da alcuni anni la Cina (che ha iniziati a produrla nel 1964) é fra i grandi produttori ed esportatori mondiali di lavanda (e sta espandendone enormemente la produzione) e che a seguito di una malattia che ha colpito le piante della Provenza
(http://www.laprovence.com/articles/2008 ... ovence.php)
 i migliori profumieri francesi (es.: "l'Occitaine") impotano lavanda cinese (e bulgara)....

http://www.ceadiandrano.org/news-dal-ce ... vanda.html

http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... io-al.html

http://www.ushuaia.com/ushuaia-terre/in ... eche-.html

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da la colpa è di una malattia trasmes- sa da un insetto arrivato da chissà ... della lavanda che in Provenza si celebra proprio a Ferragosto, la de- ... ropa dell'Est e della Cina che hanno iniziato a rosicchiare importanti fet- ...
stampa.ismea.it/PDF/2008/2008-08-19/2008081910409727.pdf - Pagine simili
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« Risposta #3 il: 15 Maggio, 2009, 07:08:14 am »
come si capisce io parlavo del mercato interno
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« Risposta #4 il: 15 Maggio, 2009, 08:11:50 am »
come si capisce, nonostante la crescita economica di potere d'acquisto  di alcune fasce sociali delle grandi città, il mercato che ha portato la Cina a passare in 20 anni da 500 a 20.000 ettari coltivati a lavanda NON E' certo quello interno e se si conosce la drammatica situazione dovuta alla siccità (causata dai mutamenti climatici figli del modello suicida caro al liberismo e da specifici parassiti) della produzione della lavanda in  Provenza (che rappresentava l'80% di quella mondiale fino a pochi anni fa) e la crescita di import di lavanda in Francia (primo produttore mondiale di progumi alla lavanda e utilizzatore nell'industria della liscivazione) da Romania, Bulgaria e, guarda caso, soprattutto Cina, si comprende come la produzione cinese di lavanda (ed il marketing collegato) sia OVVIAMENTE principalmente  expot-oriented.


del resto, se i links li leggessi avresti potuto, forse, notare che nel link iniziale si parlava di:
"saranno ambasciatrici del turismo e, per diffondere e promuovere l'immagine dei campi e del territorio, parteciperanno a trasmissioni televisive e film, e animeranno blog sull'argomento." tutte cose che hanno evidentemente a che fare non tanto col prezzo interno della lavanda in Cina ma con l'immagine internazionale, tanto che  il concorso per le 2 ragazze testimonials della lavanda segue a ruota quello per testimonial dell'isola di Hainan (che la Cina vuole trasformare in meta turistica internazionale, specificamente nelle "sue Hawaii"!!!), dove é stato scelto un cittadino BRITANNICO:
http://www.informazione.it/d/F6A8C3C5-A ... l-Guandong


riuscirai, vasco, mai ad azzeccarne per sbaglio una?
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« Risposta #5 il: 15 Maggio, 2009, 13:33:23 pm »
forse sei tu che non leggi, i 20.000 turisti di cui si dovranno "occupare" non sono stranieri ma cinesi.... alla faccia dell'export.

ma daltronde le favole a te piacciono sempre.... :-D
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« Risposta #6 il: 15 Maggio, 2009, 13:41:55 pm »
povero vasco

1) in nessun punto dell'articolo c'é scritto "turisti cinesi", solo nella tua mente;
2) i dati sulla crescita dell'export di lavanda cinese sono  contenuti nel links che ho postato e anche i collegamenti con la crisi della lavanda in Francia e con la crescita dell'ettaraggio in Cina: chi é che non sa leggere, tu od io?
3) uno degli articoli che ho postato  collega esplicitamente il concorso per le 2 ragazze-lavanda a quello relativo all'isola di Hainan, che tutti ormai sanno essere foreign-oriented e che, infatti, ha scelto  un testimonial britannico, evidentemente non destinato al mercato interno.

leggi, rileggi e prova a trovare qualcuno che ti aiuti a capire se nonm ci riesci da solo: Alberto Manzi diceva: "non é mai troppo tardi...", anche se tu forse sei una delle eccezioni a tale regola.

e riprova, tanto continui a non azzeccarne una.... ma sei utile agli Associni per capire come evitare di assomigliare al tuo approccio privo di riferimenti, di analisi, di logica, di memoria, di connessioni.
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« Risposta #7 il: 15 Maggio, 2009, 14:39:58 pm »
se devo vedere della lavanda la guardo nei vasi in giardino, non spendo 1000 euro di aereo per andarla avedere a 12000 km...

scendi dal pero cavallo, è ora ormai con l'età che hai
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« Risposta #8 il: 15 Maggio, 2009, 15:45:50 pm »
povero vasco,
non sai che:
- per decenni le coltivazioni di lavanda sono state una delle attrazioni che hanno portato centinaia di migliaia di turisti STRANIERI (compresi tanti Italiani) in Provenza...;
- cosa significa il termine usato nell'articolo di Repubblica "ecoturismo", che é uno dei settori di turismo INTERNAZIONALE di maggiore espansione;
- che ci sono tantissimi ecoturisti che si spostano per motivi simili da un continente all'altro (e visitano la "Valle delle Rose" in Bulgaria, le piantagioni di té in India, le paludi della Camargue, le foreste di mangrovie in Bangladesh, il Parco Nazionale dei Monti Bale in Etiopia, ecc.  e su questo esistono pacchetti di agenzie con viaggio intercontinentale e itinerari specifici, anche a carissimo prezzo);
- che, infine, significa "turismo integrato", ossia il fatto che ad un turista non specifico, specie se viene da lontano, si offrono itinerari che comprendono elementi storico-culturali, etnografici, coltivazioni dal valore ambientale, paersaggistico e culturale, fastronomia, ecc.; basta vedere le prooposte nella Valle del Reno, del Rodano, della Priovincia di Bolzano, della Lapponia, del Lago Balaton, della regione valenciana, del Collio friulano, del Punjab, della Cappadocia,  della Galizia, della zona del Chianti, della citata Camargue (tradizioni...gitane), della Scozia, ecc.

che poi questo avvenga assai poco in Italia (ho citato alcune delle eccezioni) é vero, ma fa parte delle conseguenze dei tanti vasco che abbiamo nel nostro Paese, a tutti i libvlli, dal Ministero del turismo, agli APT, ai manager delle agenzie, ai docenti, fino a chi interviene su Associna parlando di lavanda a sproposito.

Per fortuna la Cina non segue questi deliri e sta costruendo seriamente il turismo internazionale, anche con l'aiuto delle poche esperienze positive italiche (ad esempio in rapporto con la Provincia di Trento) e molte di quelle non italiche (francesi, tedesche, canadesi, spagnole, ecc.)
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« Risposta #9 il: 15 Maggio, 2009, 17:02:01 pm »
se vuoi ti racconto quella della piccola fiammiferaia

e ti prego di fermarti prima di ricadere nell'errore della tua fantastica macchina di bamboo che doveva invadere il mondo :-D  :-D
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« Risposta #10 il: 15 Maggio, 2009, 17:23:02 pm »
OT perché colto in castagna come sempre a dire cose inesatte e fuori luogo....


continua pure....
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Re:Cina: per valorizzare la lavanda
« Risposta #11 il: 20 Giugno, 2012, 12:57:54 pm »

enteromorfa

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Re:Cina: per valorizzare la lavanda
« Risposta #12 il: 20 Giugno, 2012, 17:10:38 pm »
la lavanda in provenza ha una sua storia, il turista va in provenza e vede anche la lavanda, immersa in un contesto, che se non possiamo definire "appropriato" è almeno "come da aspettativa".. Nessuno realisticamente andara in Xinjiang a vedere i campi di lavanda..(anche perchè lo Xinjiang è più grosso di tutta la Francia, non puoi mica fare mezz'ora di macchina e andare a vedere le gole del verdon oppure in costa azzurra, ecc.), perchè la lavanda non è associata alla cina ed è vista come fuori "contesto".
Detto questo non capisco come mai Cavallo la cosa ti faccia tanto piacere. Qui in europa stiamo con una mano davanti e una di dietro, non si sa più come salvarsi e sembra che la cosa ti faccia quasi contento..
A me dispiace sapere che la produzione sia andata via dalla Francia.

anche l'idea di fare di hainan una meta per stranieri, mi pare una cazzata. uno straniero ha tantissimi posti più economici dove andare e in cui neppure serve il visto (uno su tutti thailandia), oppure più vicini (ovunque grosso modo).
« Ultima modifica: 20 Giugno, 2012, 17:13:12 pm da enteromorfa »
C'è un elemento che ha rovinato questo forum. E' stato lasciato libero di agire usando modalità di dialogo che vengono usate in politica (ex PCI). Negare sempre tutto a favore dell'ideologia, mettere in bocca agli altri cose mai dette. Caos.

Rigira tutte le frittate e prende gli utenti per sfinimento. Che alla fine sbroccano.

Razzista contro gli italiani (è italiano), cerca di mettere indigeni e migranti l'uno contro l'altro. Creando divergenze.

E Associna ringrazia.

Il suo nick è cavallo.

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Re:Cina: per valorizzare la lavanda
« Risposta #13 il: 20 Giugno, 2012, 18:00:48 pm »
la lavanda in provenza ha una sua storia,
certo, anche il té e il riso e gli aranci hanno una loro storia in Cina, ma nessuno si scandalizza che il primo sia prodotto anche in Sri lanka, India e Kenia, il secondo anche in Piemonte, i terzi anche in Sicilia e Spagna...c'é un copyright storico sulle coltivazioni? allora pensa alla patata, al pomodoro, alla pesca, alla ciliegia, al mais, al caffé, al kiwi, ecc., eh?

o da fastidio SOLO quando una coltivazione viene attivata dai Cinesi??????

il turista va in provenza e vede anche la lavanda, immersa in un contesto, che se non possiamo definire "appropriato" è almeno "come da aspettativa".. Nessuno realisticamente andara in Xinjiang a vedere i campi di lavanda..(anche perchè lo Xinjiang è più grosso di tutta la Francia, non puoi mica fare mezz'ora di macchina e andare a vedere le gole del verdon oppure in costa azzurra, ecc.), perchè la lavanda non è associata alla cina ed è vista come fuori "contesto".
vedo che mescoli questioni diverse: é ovvio che le attrattive della Provenza e del Xinjiang sono diverse edf é giusto quel che dici sulle dimensioni e le distanze..... ma che una pianta sia "duori contesto" quando si coltiva in Cina e "in contesto" quando (come gli esempi da me appena citati e mille altri) si coltiva in Europa NON ESSENDO STORICAMENTE EUROPEA mi pare una deriva pericolosa.... "contesto" di che? del gelso, del fagiolo, del pompelmo, della soja, della susina?

gli agrumeti ed i gelseti siciliani, le piantagioni di kiwi in Nuova Zelanda o in Italia, le patate in Olanda e Germania sono "in contesto" o "fuori contesto"? e lo erano in quale secolo?

Detto questo non capisco come mai Cavallo la cosa ti faccia tanto piacere. Qui in europa stiamo con una mano davanti e una di dietro, non si sa più come salvarsi e sembra che la cosa ti faccia quasi contento..
se siamo nelle peste come dici tu non é certo perché qualcuno ci ha rubato la lavanda o altro....o dovremmo dire che andava bene solo quando eravamo noi Europei a prendere piante e ricchezze altrove? vedi che ragionamento con conseguenze rischiose.....
ridiamo ai Peruviani la patata, ai Messicani il mais e il cacao, agli Etiopi il caffé, ai Cinesi rioso, té, agrumi, soja, kiwi, ecc. e soprattutto gli immensi profitti plurisecolari fatti dalle compagnie europee su quelli ed altri prodotti? non credo, quindi perché i Cinesi non possono inondare il mercato di lavanda prodotta da loro (e fragole, e pomodori, e aglio, ecc.)??

A me dispiace sapere che la produzione sia andata via dalla Francia.
se la Francia sa usare quei fattori che tu giustamente sottolinei di rapporto fra produzione della lavanda (o di altro) e caratteristiche storiche del suo territorio (e in genere lo sa fare meglio dell'Italia...) e sa difendere la sua lavanda dalle malattie, ottimo per lei, se non ci riesce é un problema suo, esattamente come la Cina non ha saputo in passato mantenere il monopolio sull'allevamento dei bachi da seta (ma allora ci faceva taaaaanto comodo e quindi esaltiamo tuttora bizantini e soci e poi aragi  che riuscirono a portare via alla Cina quel segreto, vero? ahahah!)...

chi sa commerciare e promuovere i valori immateriali dei prodotti e dei territori vince, gli altri perdono e da nessuna parte sta scritto che a perdere (magari a colpi di cannone e frustino, in un passato a cui taluni guardano in Occidente con malcelata nostalgia) debbano essere sempre e per sempre Indiani, Cinesi, Peruviani, Brasiliani, Messicani, ecc....o no?
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