come ho già detto in una vecchia discussione:
1) é ANCHE ma non SOLO una questione di mercato;
2) il MERCATO non é (come fanno credere gli economisti asserviti al potere) un concetto neutrale ma intriso di scelte ideologiche.
ad esempio:
* certi films splatters di guerra ("Berretti Verdi", "Il Cacciatore", la serie di Rambo, "300", "Gladiator", ecc.) hanno successo perché vengono pompati dalla pubblicità e perché si innestano in mode IDEOLOGICHE che essi stessi a loro volta alimentano, dunque non sono diffusi perché c'é mercato ma fanno essi stessi il mercato e la loro diffusione ha ragioni economiche e politiche e questo da quando esiste il cinema: Hollywood é stata un potentissimo strumento di penentrazione ideologica USA...;
* la controprova é che films basati sullo stesso linguaggio di quelli che si vedono in Italia e perfino co-prodotti dagli USA come "Il Leone nel deserto" NON vengono distruibuiti in Italia NON perché non avrebbero mercato ma perché danno fastidio ideologicamente alla favola dell'Italiano bravo e umano nelle guerre coloniali (e si tirano fuori in TV quando viene a Roma Gheddafi...);
* se si fa il paragone fra films distribuiti in Italia e non distribuiti (o visti solo nelle rassegne e nei cinema d'essai) si pu? notare che la scelta NON dipende né dalla qualità cinematografica, né dalla poesia, né dalla dose di violenza, né dalla difficoltà della pellicola ma SOLO da scelte ideologiche (sono scelte ideologiche anche quelle dei films natalizi...);
* bisogna ricordare che in Italia esiste una concentrazione incomparabile delle distribuzioni via cinema, via videocassetta e CD (si ricordi di chi é Blockbusters), via TV (Raiset...) e delle produzioni stesse (Medusa...), attualmente nella persona di Papi; anteriormente i films in Italia erano soprattuitto prodotti e distribuiti da figure legate al carrozzone DC (e ad enti di stato e loro sovvenzioni) e con la complicità di settori della sinistra (preponderanti fra registi ed attori) che non hanno mai rotto col falso mito del buonismo italiano e con la censura degli orrori coloniali esterni ed interni (films come "Bronte, cronaca di un massacro", "La battaglia di Algeri" o "Queimada" o la distribuzione di films come "Camp de Thiaroye" o "L'odio" sono eccezioni rarissime, in Italia);
* certi films per essere apprezzati hanno bisogno di una cultura che in italia manca, soprattutto in rapporto con le vicende coloniali e postcoloniali, e questo riduce il loro mercato, ma al tempo stesso la mancanza di quella cultura dipende anche dalle scelte cinematografiche e televisive;
* l'intreccio fra mercato ed ideologia nel cinema é evidentissimo nella cinematografia di tutti i Paesi (USA, Germania, Russia, Italia, ecc.) nei periodi bellici, ma quel che in tale caso risulta evidente esiste SEMPRE: lo avevano capito benissimo Mussolini (e Ciano) e Hitler (e Goebbels)...
dunque, che certi films non siano distribuiti é il risultato sia del mercato, che già é condizionato da fattori ideologici, sia di scelte ideologiche extramercato.