io guardo alle persone come fatto unitario (i Buddhisti direbbero "integrale", i marxisti direbbero "organico"); le canzoni di alto livello di un individuo con gli stili di vita di MJ, sbiancatosi artificialmente in spregio del colore della sua pelle, drogato, accusato di semi-pedofilia, ecc. non me ne fanno vivere come un dramma paticolare la morte se non perché restava un ESSERE UMANO ed ogni mote di un essere umano é negativa; ma diceva Mao "non tutte le morti hanno lo stesso valore: alcune sono più leggere di una piuma, altre più pesanti del Monte Tai".
Ebbene, per me la morte di MJ é più leggera di una piuma; pesanti sono quelle degli operai che crepano al lavoro, dei bambini che crepano perché le multinazionali non fanno loro avere le medicine, delle vittime delle "pulizie etniche" in Bosnia, di personaggi dalla vita coerente e pulita come Gandhi, Lennon, Gramsci, Eduardo De Filippo, Giovanni XXIII, Neruda, Berlinguer, Borsellino, Biagi, Dalla Chiesa, De André, Falcone, Tenco, ecc.
per di più, se si muore per effetto dell'oppressione, dello sfruttamento, di un crimine altrui, delle infami condizioni in cui altri ci costringono a sopravvivere, é una cosa, se avviene per effetto dele proprie "scelte" di vivere nel mondo delle sostanze chimiche, della sfrenatezza, delle paranoie, ecc. é cosa ben diversa, assai più simile ad un lento suicidio; rispetto il diritto di farlo (che non condivido) di chi vuole ammazzarsi lentamente ma non ne piango il risultato finale anche se sa fotografare, cantare, dipingere o ballare bene.