Qui secondo me c'è da tenere separato quello che è successo a Urumqi da quello che dice la stampa, cinese o occidentale. Sono due problemi diversi. Una cosa sono i fatti, un'altra è la rappresentazione che ne dà la stampa. Quella del governo cinese per esempio non è informazione, è propaganda. Le statistiche che fornisce il governo cinese su queste materie sono sempre manipolate nel modo che conviene al governo. Anche nelle immagini delle televisioni si vedono solo le vittime han della violenza degli uighuri. Non si vede nulla della violenza della polizia e dell'esercito, delle ronde di uomini han armati e dei casi di violenza e di linciaggio, e non viene data notizia delle ragioni che possono avere spinto gli uighuri alla ribellione, per esempio le migliaia e migliaia di militanti politici arrestati o mandati nei campi di concentramento dopo processi farsa. Da notare che questo modo di presentare i fatti ha un micidiale effetto boomerang, perché il governo cinese oggi in occidente non viene creduto mai, nemmeno quando probabilmente sta dicendo la verità come in questo caso. Secondo me è vero che gli han sono più aggrediti che aggressori, che il governo non aveva altra scelta che mandare la polizia e l'esercito per riportare l'ordine, eccetera. Ma questa è una convinzione che ricavo dalle mie esperienze, dal fatto che altre volte mi è capitato di vedere rivolte a sfondo razziale come quelle delle comunità nere in America e dei nordafricani nelle periferie di Parigi, e credo di avere capito che cosa succede in casi del genere. La propaganda del governo cinese è molto parziale e deve essere integrata con altre informazioni