Prato: una infame conseguenza delle nuove norme razziste - page 1 - Diritti dell'immigrato & Osservatorio - Associna Forum

Autore Topic: Prato: una infame conseguenza delle nuove norme razziste  (Letto 7711 volte)

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cavallo

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Prato: una infame conseguenza delle nuove norme razziste
« il: 28 Luglio, 2009, 12:36:00 pm »
http://iltirreno.gelocal.it/dettaglio/c ... re/1683483

era stato preannunciato, ma stavolta a preoccuparsi avviene che sia la...Prefettura (ossia organo di quel Ministero degli Interni che ha voluto le infami norme!!!); ecco la risposta a chi su questo forum ha cercato inutilmente e razzisticamente di minimizzare le conseguenze molteplici delle norme razziste approvate dal parlamento papileghista...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

nessuno

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« Risposta #1 il: 28 Luglio, 2009, 14:48:08 pm »
Bisogna prendere atto che a dire queste cose è il viceprefetto di Prato. E tuttavia non mi fido di quello che dice, o per meglio dire di quello che riporta la repubblica. Per esempio: "Attualmente non abbiamo alcuna circolare che ci spieghi come comportarci nel dettaglio: dall’8 agosto, quando entrerà in vigore la legge". Questo significa che il ministero degli interni potrebbe risolvere il problema con una circolare, è una questione di un quarto d'ora, e l'orientamento del parlamento e del governo sulla materia è chiaro già adesso: gli irregolari hanno diritto all'assistenza medica come tutti gli altri. Poi dice: "Oggi con i medici che possono denunciare i clandestini questa prassi sarà molto più difficile. Per le donne sarà un rischio troppo alto" Pu? darsi che sia io che non ho capito nulla, ma per quanto ne so questa è una affermazione completamente falsa. Non c'è nessuna differenza tra la legge Turco-Napolitano che era in vigore prima e la nuova versione del testo del decreto sicurezza su questo punto. Non è vero che i medici possono denunciare gli irregolari che vanno a chiedere assistenza medica, esiste un esplicito divieto esattamente come esisteva nella legge Turco-Napolitano. E qui o è la giornalista che ha attribuito al viceprefetto queste affermazioni false o è il viceprefetto che fa affermazioni false, e il fatto che a dire queste cose è un viceprefetto non le rende più vere

A tutti quelli che conoscono persone interessate a questi temi per motivi seri do il seguente consiglio. Ditegli di non fidarsi assolutamente di quello che leggono sui forum, né sui giornali, né di quello che la gente dice in giro. Devono andare da un avvocato specializzato in diritto dell'immigrazione e fidarsi solo di informazioni ottenute direttamente dall'avvocato
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da nessuno »

cavallo

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« Risposta #2 il: 28 Luglio, 2009, 15:01:41 pm »
quale avvocato, Ghedini? la Buongiorno?

per quale motivo un avvocato sarebbe affidabile  e competente maggiormente di un vice-prefetto e, per quanto riguarda le infami norme sulla sanita', di Ordine dei Medici, Associazione dei Giuristi, Emergency (medici), Medicins sans Frontieres (medici), ecc.?

non so se nessuno riesce a capire quanto sia ridicolo sostenere queste tesi insostenibili basandosi (cosa che io non faccio MAI) solo sulle sue personali, legittime  opinioni che guarda caso contraddicono quelle di chi ha competenza davvero nel settore! sono certo che gli Associni stanno spanciandosi dalle risate....

resta il fatto che per cercare inutilmente di minimizzare i risultati di infami norme razziste (azione che la dice lunga sugli orientamenti di chi la compie in merito al razzismo, su un Forum come Associna) si sostengono opinioni che non hanno uno straccio di riferimento (link autorevole, ad esempio, possibilmente non leghista...), andando contro la logica ma anche il regolamento del forum: a cosa si deve ricorrere per difendere le infamie leghiste, eh?
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marcowong

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« Risposta #3 il: 28 Luglio, 2009, 16:34:48 pm »
la situazione è assai preoccupante perchè la legge inizierà ad essere applicata in un periodo dell'anno, agosto, in cui le attività del legislatore saranno molto rallentate ed è possibile che si crei un periodo di inter-regno in cui si si dovrà affidare all'interpretazione ed alla buona volontà di chi si ritroverà ad applicare le leggi.
Una situazione di incertezza che non dovrebbe accadere nel momento in cui una donna si ritrova nel momento di massima debolezza.
Una norma di questo genere, inoltre, indurrà il fenomeno già esistente di portare i bambini in Cina per crescere cosa per effettuare un ricongiungimento dopo.
Tale fenomeno è una delle prime cause di mancata integrazione con tutti gli annessi e connessi.
In poche parole, un pasticciaccio brutto.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

nessuno

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« Risposta #4 il: 28 Luglio, 2009, 22:13:54 pm »
Il Viminale tuttavia smentisce le informazioni definendole "destituite di fondamento"."Nessuna previsione in tal senso è contenuta nella legge appena pubblicata sulla gazzetta ufficiale - si legge in una nota del ministero dell'Interno - infatti per gli atti di stato civile, tra cui rientra quello di nascita, non è richiesta l'esibizione del permesso di soggiorno, trattandosi di dichiarazioni rese, anche a tutela del neonato, nell'interesse pubblico della certezza delle situazioni di fatto". Le dichiarazioni, continua la nota, possono essere rese "anche dal medico, dall'ostetrica o da qualsiasi altra persona che abbia assistito al parto". Inoltre, in base al testo unico sull'immigrazione, "le straniere irregolari che hanno un figlio, hanno titolo a un permesso di soggiorno con validità fino a sei mesi dopo il parto, che pu? essere rilasciato al padre".
http://www.repubblica.it/2009/06/sezion ... schio.html

Dallo stesso articolo di prima che è stato modificato. Nello stesso articolo si dice che "il pericolo di medici-spia e presidi-spia è stato scongiurato". Questo significa in altre parole che le affermazioni del viceprefetto o che repubblica attribuiva al viceprefetto erano false su un punto fondamentale, perché i medici come è stato ripetuto fino alla nausea non possono denunciare il proprio paziente
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vasco reds

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« Risposta #5 il: 28 Luglio, 2009, 22:30:04 pm »
il problema è che spesso si fa disinformazione per ignobili scopi di lotta politica, e come sempre ci rimettono i più deboli
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

Dubbio

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« Risposta #6 il: 29 Luglio, 2009, 00:42:41 am »
Citazione da: "nessuno"
Il Viminale tuttavia smentisce le informazioni definendole "destituite di fondamento"

Il Viminale mente sapendo di mentire.

Questo è il testo del secondo comma dell'art. 6 del decreto legislativo 286/1998 prima della modifica recentemente effettuata con il cosiddetto "Pacchetto sicurezza" (L. 94/2009):

"Fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attivita` sportive e ricreative a carattere temporaneo e per quelli inerenti agli atti di stato civile o all'accesso a pubblici servizi, i documenti inerenti al soggiorno di cui all'articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati"

E questo è il testo dello stesso comma, dopo la modifica:

"Fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attivita` sportive e ricreative a carattere temporaneo, per quelli inerenti all'accesso alle prestazioni sanitarie di cui all'articolo 35 e per quelli attinenti alle prestazioni scolastiche obbligatorie i documenti inerenti al soggiorno di cui all'articolo 5, comma 8, devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati"

Come si pu? constatare, il legislatore italiano ha intenzionalmente eliminato gli atti dello stato civile dalla categoria di atti e documenti per ottenere i quali non era necessario esibire il permesso di soggiorno.

Neppure è del tutto vero che sia stato scongiurato il pericolo di "medici-spia".

E' vero infatti che nel corso dei lavori parlamentari è stata tolta dal "Pacchetto sicurezza"  la disposizione che intendeva abrogare il quinto comma dell'art. 35 del decreto legislativo 286/1998, che pertanto è tuttora in vigore e che trascrivo:

"L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non puo` comportare alcun tipo di segnalazione all'autorita`, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parita` di condizioni con il cittadino italiano."

Tuttavia l'introduzione del reato di immigrazione clandestina ha fatto scattare l'applicabilità ai medici delle strutture pubbliche dell'art. 362 del codice penale, che trascrivo:

"L'incaricato di un pubblico servizio, che omette o ritarda di denunciare all'Autorità indicata nell'articolo precedente un reato del quale abbia avuto notizia nell'esercizio o a causa del suo servizio, è punito con la multa fino a lire duecentomila.
Tale disposizione non si applica se si tratta di un reato punibile a querela della persona offesa ne si applica ai responsabili delle comunità terapeutiche socio-riabilitative per fatti commessi da persone tossicodipendenti affidate per l'esecuzione del programma definito da un servizio pubblico."


Le due norme, in conseguenza dell'introduzione del reato di immigrazione clandestina, sono palesemente in contrasto.
Personalmente ritengo che la prima paralizzi comunque la seconda, per cui effettivamente si deve ritenere che i medici non abbiano affatto l'obbligo di denunciare i clandestini che si siano rivolti alle strutture sanitarie pubbliche e che anzi abbiano l'obbligo di non farlo, tuttavia creare delle ambiguità e incertezze interpretative in una materia così delicata significa o essere irresponsabili, o essere tecnicamente inadeguati a legiferare o essere in mala fede.
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nessuno

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« Risposta #7 il: 29 Luglio, 2009, 01:33:15 am »
Non sono un esperto ma secondo me il ministero degli interni ha detto la verità. Nelle affermazioni sopra citano tutta una serie di fatti sulla emissione dell'atto di nascita che non sono contenuti nelle leggi sull'immigrazione. Bisognerebbe conoscere anche le altre leggi prima di dare un giudizio, e a istinto dico che la versione fornita dal ministero degli interni probabilmente è quella corretta. Per quanto riguarda i conflitti tra leggi sono frequenti quando si approvano nuove leggi. Ma va anche detto che c'è gente che fa apposta a creare allarmismo. L'interpretazione che autorizza il medico a fare la spia in ipotesi è possibile ma di fatto è completamente campata in aria. Questo alcuni certamente lo sanno ma non lo dicono, perché a quanto pare gli interessa di più attaccare il governo che la salute della gente che a causa della loro disinformazione non si presenterà in ospedale
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Dubbio

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« Risposta #8 il: 29 Luglio, 2009, 03:24:15 am »
Citazione da: "nessuno"
Bisognerebbe conoscere anche le altre leggi prima di dare un giudizio, e a istinto dico che la versione fornita dal ministero degli interni probabilmente è quella corretta.

Non è vero, per dare un giudizio è più che sufficiente quello che ho postato e lo hai sicuramente capito anche tu, pur non essendo un esperto.

Comunque conosco anche le altre leggi, per cui confermo quello che ho scritto.

Meglio avresti fatto a confrontarti specificamente con i due eloquenti testi dell'art. 6 nella versione antecedente e in quella successiva alle modifiche in questione, che ho trascritto, piuttosto che lasciarti guidare dall'istinto...
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dorian

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« Risposta #9 il: 29 Luglio, 2009, 03:27:53 am »
in un ospedale ci sono varie persone .....
molte sono "malintenzionate"
non lo sapete ?
beati voi......
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cavallo

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« Risposta #10 il: 29 Luglio, 2009, 06:18:42 am »
dai, nessuno, se dopo la doppia precisazione di Dubbio continui, appoggiandoti solo alla autore del crimine (le morme razziste emanate appunto dal Viminale), senza alcun riferimento, senza alcuna analisi, senza alcun fondamento, contro le denunce delle Associazioni dei medici e dei giuristi, a difendere e minimizzare le infami leggi razziste appena approvate, ti qualifichi da solo, non lo capisci?

lascia che sia vasco a continuare a fare affermazioni circa la propaganda, quando la realta" e gli articoli di legge e il parere di chi si occupa professionalmente di certi temi mostrano chi dice il vero e chi il falso: mentire porta il rischio di essere sbugiardati e fare pessime figure...!
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« Risposta #11 il: 29 Luglio, 2009, 12:29:58 pm »
Citazione da: "Dubbio"
Citazione da: "nessuno"
Bisognerebbe conoscere anche le altre leggi prima di dare un giudizio, e a istinto dico che la versione fornita dal ministero degli interni probabilmente è quella corretta.
Non è vero, per dare un giudizio è più che sufficiente quello che ho postato e lo hai sicuramente capito anche tu, pur non essendo un esperto.

Comunque conosco anche le altre leggi, per cui confermo quello che ho scritto.

Meglio avresti fatto a confrontarti specificamente con i due eloquenti testi dell'art. 6 nella versione antecedente e in quella successiva alle modifiche in questione, che ho trascritto, piuttosto che lasciarti guidare dall'istinto...


Non sono sicuro Dubbio, le mie competenze non sono sufficienti per dare un giudizio che sia mio e che non consista nel riportare le opinioni di altri senza capirle veramente. L'impressione comunque è che ci sia troppa faziosità e superficialità. Che cosa voleva dire quello che ha detto il viceprefetto di Prato? E tutti quelli che hanno spacciato per una certezza l'obbligo di denuncia dei medici che cosa dicono adesso che è evidente che il medico non pu? denunciare i propri pazienti?
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« Risposta #12 il: 29 Luglio, 2009, 14:51:50 pm »
e ci rifai, nesasuno: non ti basta che Dubbio ti abbia spiegato 9inutilmente) che:
<Tuttavia l'introduzione del reato di immigrazione clandestina ha fatto scattare l'applicabilità ai medici delle strutture pubbliche dell'art. 362 del codice penale, che trascrivo:

"L'incaricato di un pubblico servizio, che omette o ritarda di denunciare all'Autorità indicata nell'articolo precedente un reato del quale abbia avuto notizia nell'esercizio o a causa del suo servizio, è punito con la multa fino a lire duecentomila.
Tale disposizione non si applica se si tratta di un reato punibile a querela della persona offesa ne si applica ai responsabili delle comunità terapeutiche socio-riabilitative per fatti commessi da persone tossicodipendenti affidate per l'esecuzione del programma definito da un servizio pubblico."

Le due norme, in conseguenza dell'introduzione del reato di immigrazione clandestina, sono palesemente in contrasto.
Personalmente ritengo che la prima paralizzi comunque la seconda, per cui effettivamente si deve ritenere che i medici non abbiano affatto l'obbligo di denunciare i clandestini che si siano rivolti alle strutture sanitarie pubbliche e che anzi abbiano l'obbligo di non farlo, tuttavia creare delle ambiguità e incertezze interpretative in una materia così delicata significa o essere irresponsabili, o essere tecnicamente inadeguati a legiferare o essere in mala fede.>

e continui a fare il finto umile, a dichiararti incompetente (come imn effetti sei) ma a difendere senza uno straccio di link o di riferimento una interpretazione che da viceprefetti ad associazioni mediche e giuridiche (a cui chi sa di non essere competente dovrebbe rivolgersi con maggiore rispetto) viene smentita! e tutto per minimizzare la chiara infamia di queste norme, sottolineata anche da Dubbio.

continua, continua, continua...!
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« Risposta #13 il: 29 Luglio, 2009, 16:56:10 pm »
per cui effettivamente si deve ritenere che i medici non abbiano affatto l'obbligo di denunciare i clandestini che si siano rivolti alle strutture sanitarie pubbliche  

Ecco appunto. Io e Dubbio dicevamo la stessa cosa, con la differenza che io do questa interpretazione per quasi certa e lui solo per probabile. Tu nel frattempo hai capito poco o nulla, probabilmente nemmeno le frasi che hai citato. Ma non è questo il punto. Qui non stiamo a darci degli ignoranti a vicenda. Chi ha le idee chiare dica quello che sa. Quelli che hanno anche solo un minimo dubbio è meglio che non dicano niente su materie che non conoscono abbastanza. La gente in base a queste informazioni potrebbe prendere decisioni da cui dipende la sua salute e non è ammissibile diffondere informazioni false su queste cose
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da nessuno »

Dubbio

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« Risposta #14 il: 29 Luglio, 2009, 19:33:28 pm »
Citazione da: "nessuno"
Io e Dubbio dicevamo la stessa cosa, con la differenza che io do questa interpretazione per quasi certa e lui solo per probabile.

In realtà io ho posto una questione diversa su questo punto.

Qui non si tratta di confrontare le nostre interpretazioni, io la mia l'ho detta perché nel forum, per quel che posso, il mio contributo di conoscenza e ragionamento cerco di darlo.

Il problema è che la posizione del clandestino è così debole e delicata, che se si ritiene di consentirgli comunque l'accesso a servizi essenziali come quello sanitario, come un paese civile dovrebbe fare, occorre metterlo in condizioni di fruirne senza alcun rischio, altrimenti sarà difficile che ne fruisca.

Ma una materia disciplinata da norme contraddittorie, è una materia a rischio di interpretazione, e quindi se essa riguarda il comportamento dei medici verso un clandestino, questo è sufficiente per creare un'incertezza che allontanerà il clandestino dal servizio sanitario, per paura.

Per cui non basta dire che un'interpretazione corretta della legge porta a concludere che l'Italia assicura ancora ai clandestini i servizi sanitari essenziali, perché non interessa che li assicuri nella teoria giuridica, ma nella prassi.

E nella prassi un legislatore che crea disposizioni contrastanti in un campo come questo, è un legislatore che legifera contro, non a favore dei diritti essenziali dell'individuo.

Non giriamoci troppo intorno, la cultura giuridica che anima il "Pacchetto sicurezza" ha verso i clandestini lo stesso atteggiamento che le legislazioni schiaviste avevano verso gli schiavi: individui privi di diritti.
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