"libero!, ma i links prima di postarli e commentarli li leggi, almeno?
scrivi copiando il titolo dell'articolo (non sapendo che i titoli SPESSO non corrispondono agli articoli!):
"Un piano dietro il no al Dalai Lama. Obama metterà nell'angolo la Cina"
ebbene, mentre la prima affermazione ("Un piano dietro il no al Dalai Lama") trova pieno riscontro nell'articolo, esso dice IL CONTRARIO DELLA SECONDA PARTE della frase e da nessuna parte appare la volontà di "mettere nell'angolo la Cina" (semmai ad essere "messa nell'angolo" appare la Corea del Nord, da Cina e USA assieme!!!), anzi si scrive in quell'articolo che tu citi (così maltitolato):
"Prima di tutto osserviamo che la notizia arriva alla vigilia di una nuova era di colloqui amichevoli tra USA e Cina, in cui bene si inserisce il rifiuto di Obama di incontrare il Dalai Lama in visita a Washington. La vicenda (che ha scandalizzato anche molti sostenitori del Presidente USA) non ci sorprende, avendo da queste pagine sempre sostenuto il pragmatismo di Obama, lungi dall’attribuirgli presunti slanci etici e morali che tanto piacciono nei salotti dei suoi esegeti europei. Molto più praticamente il giovane e dinamico Presidente ha capito che a Pyongyang non si muove foglia che Pechino non voglia, dunque meglio evitare di irritare i cinesi. Dimenticarsi dei diritti civili in Tibet ottiene in cambio l’intercessione di Pechino nel portare a più miti consigli i nordcoreani, fino al punto di trascinarli al tavolo dei negoziati. Tavolo a cui siedono al momento 5 membri (Cina, Corea del Sud, Giappone, USA e Russia) ma che potrebbe allargarsi presto al Nord Corea, grazie ai buoni uffici di Pechino. (...)
L’allentamento della tensione in quella regione significa per Washington molto, anche in termini di mero risparmio, inattuabile oggi in virtù della possente macchina militare che gli USA ancora mantengono al 38? parallelo. In aggiunta rasserenare gli alleati sudcoreani e giapponesi (a portata di tiro dei missili di Pyongyang) ben vale qualche scelta poco dignitosa come snobbare il Dalai Lama. Ma soprattutto per Washington ogni risorsa diplomatica deve essere, in questo momento di grave crisi economica, dedicata al miglioramento continuo dei rapporti col proprio maggiore creditore, anche a costo di deludere una certa frangia dell’elettorato liberal americano, offeso dal fatto che persino Bush non aveva auto remore nell’incontrare il carismatico leader tibetano.
Ma occorre dar credito ad Obama che, per quanto la sua scelta possa sembrare inaccettabile, nel lungo periodo la sua realpolitik potrebbe portare buoni frutti proprio agli stessi tibetani. Se le cose tra Cina ed USA dovessero continuare a migliorare, in un futuro non troppo lontano Washington potrebbe aver acquistato abbastanza potere contrattuale da poter nuovamente tornare sul tema dei diritti umani con maggiore determinazione. Ma questo è l’auspicabile futuro, per il momento l’America deve alla Cina non solo molto denaro, ma ora anche un intervento risolutore nella annosa questione nucleare coreana."
chiaro, a te ed al titolatore (che spero non coincidano...)