[Si puo' proporre modifiche qui?
Vorrei analizzare il testo sotto il profilo semantico e verificarne la consistenza. Ma prima di questo vorrei smussare i toni non politically-correct.
Naturalmente cio' che segue e' frutto solo della mia fantasia, quindi siete liberi e invitati a criticare i pezzi che non condividete, visto che siamo in un'ottica di *con*tribuire, cioe' apportare idee insieme. Spero che la prolissita' del post non terrorizzi i piu'.]
La comunità cinese in Italia, come fonte di ricchezza culturale per un paese multietcnico, sta acquistando sempre più rilevanza anche a livello economico e sociale.
[mi pare fuori argomento parlare di comunita' cinesi estere nell'introduzione]
Vi sono giudizi non sempre positivi nei confronti di questa comunita' da parte di cittadini italiani che non hanno contatti diretti, o comunque non conoscono abbastanza questi stranieri.
[chi ha contatti diretti, e conosce un poco i cinesi in italia sa che non sono tutti malviventi come descritti nelle cronache.
Ragioniamo un attimo sul significato. Ci daremmo la zappa sui piedi se dicessimo che chi e' a contatto con noi ci giudica male, mentre implicitamente chi non lo e' non ci giudica male: significa che la nostra apparenza e' buona, ma la vera natura e' disprezzabile!!]
La spiegazione di tutto potrebbe risiedere nell'opinione diffusa che la Comunità cinese sia chiusa. Certo è innegabile che sia alquanto silenziosa.
Purtroppo l'associazione mentale che ne consegue è proprio un giudizio negativo.
Spesso la paura del diverso sfocia in atteggiamenti razzisti.
[non e' che noi esprimiamo il razzismo; il razzismo e' un fenomeno e non si esprime; si esprime un concetto, un'idea, una frase; ci atteggiamo da razzisti, oppure manteniamo un comportamento razzista]
Ed è ci? che accade sporadicamente anche in Italia con i soliti prevenuti che si credono superiori.
[Le parentesi dovrebbero essere usate con estrema parsimonia solo in casi inevitabili. Se l'evento e' sporadico, si specifica; e' una specifica parte integrante del discorso.
Parlare di soliti stupidi sapientoni e' quasi banale, ma soprattutto puo' sembrare offensivo; non e' bene usare termini offensivi in un manifesto]
Abitudini di vita ritenute opinabili dagli occidentali, come parlare cinese e non imparare la lingua locale nonostante quasi tutta la vita vissuta qui, stili di vita degni di biasimo quali il lavorare sempre e comunque scolpiscono la figura dello stereotipo cinese frutto di una concezione intrisa di pregiudizi.
[un modello non contiene lo stereotipo, cioe' lo stereotipo e' gia' un modello; al piu' lo stereotipo/modello puo' essere generato da un insieme di assunzioni: da una concezione, la quale contiene al suo interno pregiudizi]
Per esempio è risaputo che i cinesi sono gran lavoratori: allora perchè dubitare della provenienza dei loro frutti, come le relativamente tante attività da loro acquisite?
[il precedente e' un esempio di concezione pregiudicata; e' meglio introdurrlo con un "per esempio..."]
Assumendo un attegiamento razionale e obiettivo si potrebbe concludere: magari qualche attività è in mano alla malavita, ma possibile che lo siano tutti?
L'agire nel rispetto della legge è un dovere di tutti, ma spesso le persone pensano solo alle proprie esigenze, persone che non sono solo cinesi, anzi. Per questo sono necessari provvedimenti riguardanti la sicurezza e controlli per tutti!
[Questo paragrafo non mi e' chiaro, o quantomeno non mi e' chiaro il perche' lo si e' messo.
Cioe' auspichi piu' sicurezza per tutti, senza specificare il ruolo dei cinesi in tutto questo? Siamo sicuri che c'entri qualcosa col manifesto dei nostri intenti?]
Quello che pochi sanno, per innocente ignoranza o disinformazione, è che esiste una netta distinzione tra i cinesi di prima generazione, cioè quelli in età adulta emigrati in italia di loro iniziativa in tempi addietro e quelli di seconda generazione, cioè quella verietà di cinesi residente da una vita in Italia o perché nati qui, o perché emigrati qui sin dall'infanzia assieme o senza i genitori.
[specifichiamo quale ignoranza si intende, altrimenti sembra di dare dello stupido.
Prima ancora di discutere apertamente dei cinesi di seconda generazione e' bene delinearne le caratteristiche identificative, o come si dice definirli. Sempre meglio non dare le cose per intuitive. BTW: i logici hanno subìto una grossa ferita, dovuta al Paradosso di Russel, quando hanno lasciato per intuitivo (non definito) i concetti di insieme, appartenenza ed elemento.
Almeno qua l'oggetto del manifesto, cioe' noi comunita' dei cinesi di seconda generazione, dovrebbe essere ben specificato]
I primi sono entrati nell'immaginario collettivo come il prototipo di cinese dedito solo al lavoro che non parla bene l'italiano, e che cerca di continuare così beneficiando del rifiugio nella propria comunità. I secondi sono ragazzi perfettamente integrati che vogliono vivere qui, Paese in cui sono cresciuti, e che considerano ormai come la propria casa.
[cosa s'intende per "cavarsela meglio possibile?"
Io considero l'Italia come la mia "casa" ormai, ma magari e' solo una sensazione personale esclusiva]
Questi ultimi possono rappresentare un ponte tra la Cina e l'Italia, oltre che chiaramente il collante per l'integrazione di tutti i cinesi in questo paese. La chiave di una serena convivenza è senz'altro detenuta da questi giovani stranieri così come è loro la volontà di smontare le barriere razziste.
[di solito in un paese di immigrazione, e' la popolazione locale a edificare barriere razziste. Gli immigrati di solito non si direbbero razzisti, anzi loro lo subiscono il razzismo. Premesso questo mi sembra piu' sensato che gli immigrati vogliano demolire i muri di razzismo.]