allora preciso che sicuramente é vero in parte quel che dici tu:
"In un Paese in cui l'Oriente è ancora visto dalla massa come qualcosa di "lontano e alieno", per le ragioni storiche che hai espresso, è decisamente più probabile che attiri maggiormente un libro con un nome anglofono sulla copertina, piuttosto che uno con un nome orientale."
ma:
- come ho esemplificato, sono stati tradotti e plurieditati anche testi che hanno ben poco di "anglofono" (es.: le saghe islandesi e scandinave, per restare al periodo medievale):
- non é esattamente vero che testi con titoli o riferimenti orientali siano poco attraenti (vedi I 'Qing....); più specificamente va detto che l'Oriente é associato sulla base delle "tesi egemoni nel mondo mediatico, editoriale ed accademico" a cui ho fatto riferimento, a un ESOTISMO imtriso di esoterismo, misticismo, misteri misteriosi, ecc. ovvero alle vicende politiche degli ultimi decenni (Gandhi, Mao, i Giapponesi nella seconda Guerra mondiale, di cui l'italia era alleata, non scordiamolo...., adesso Saddam e Bin Laden....) e sia gli autori italiani, sia le traduzioni in Italiano si muovono sui binari di questa rappresentazione esotistica che prescinde (oserei dire DEVE PRESCINDERE per non scoprire la sua insulsaggine) da un approccio veritiero alle fonti, ai riferimenti (storici, letterari, poetici, filosofici, etici, scientifici, tecnologici, politici, economici) che si potrebbero trovare nella lettura di testi altrettanto appassionanti della saga di Erik il Rosso o dei Racconti di Canterbury, della Leggenda del Graal o de! Cantare del mio Cid! e lo ffa soprattutto per evitare che la gente capisca quanto sia FALSA la tesi della esistenza di una "identità occidentale" contrapposta a quella asiatica (e se é per questo anche a quella africana) da cui invece largamente dipende (compreso nel Cristianesimo!!!!!!);
- quando io parlo di "tesi egemoni nel mondo mediatico, editoriale ed accademico" bisogna precisare che mi riferisco a tesi TRASVERSALI (ossia non solo di destra, sebbene evidentemente reazionarie per i loro sottintesi razzisti e postcoloniali), dato che da un lato chi si é richiamato e si richiama esplicitamente alla nostalgia del colonialismo, al razzismo, alle varie forme dell'infame negazionismo storico (che non riguarda come alcuni credono solo l'Olocausto, ma ben altro....) ha avuto ed ha un interesse ORGANICO, STRUTTURALE a limitare la conoscenza della profondità, della ricchezza, dell'originalità delle culture asiatiche (e del debito gigantesco che quelle occidentali hanno verso di loro), dall'altro, chi da posizioni eurocentriche liberali o "di sinistra" (tra cento virgolette) ha strumentalmente banalizzato le vicende degli ultimi 6-8 decenni dell'Asia attraverso le lenti deformanti del liberalismo occidentale e delle versioni più rigide e stravolte del pensiero marxiano (e si ricordi che già Marx sull'Asia ha scritto..."insigni" pagine intrise di profondo razzismo: si veda il giudizio sul colonialismo britannico!) e terzinternazionalista, ha concentrato la sua attenzione solo su quanto in Asia é accaduto che potesse essere (forzatamente) ricondotto (spessi sottovalutandone aspetti essenziali, come l'autonomia della via maoista da quella leninista!) ai "maestri" del nazionalismo liberale, del parlamentarismo borghese, del leninismo: ci? ha portato ad una pletora di libri sul nazionalismo indiano e il maoismo o di traduzioni di autori di quelle correnti, senza aver mai messo a disposizione dei lettori in Italiano i testi che rendessero possibile capire davvero i fenomeni storici, politici, religiosi, artistici di india, Cina, Corea, giappone, ecc. e quindi neppure figure come gli stessi Gandhi, Sun Yat sen, Jinnah, Nehru, Mao. Sukharno, Hirohito . ecc.
e tutto, tutto questo ha certo a che fare anche col mercato (ma il mercato non é solo economia ma anche scelte ideologiche...) ma assai con le strategie dell'etnocentrismo occidentale, nelle sue diverse espressioni anche contrapposte....