dinanzi alla morte di un grande maestro e di un uomo costantemente impegnato fino all'ultimo nel contrasto a tutti gli infami rigurgiti razzisti (dopo essere statoanche costretto all'esilio temporaneo dall'antisemitismo nazista), la nuova frase abbietta dell'"utente" lindaro (che mi taccia di "antropologo presunto") qualifica definitivamente un simile "utente" nei bassigondi della cultura e nel sottoscala di questo Forum.
non ci sono parole adeguate per commentare una simile contaminazione di una notizia seria con una ironia da angiporto.
per fortuna Lévi-Strauss ha lasciato (soprattutto in Francia e negli USA) decine e decine di allievi diretti che hanno proseguito e proseguono la sua opera ed ha influenzato tanti antropologi, ricordando loro come non possa esistere scienza antropologica senza radicamento nella realtà sociale e che, fra l'altro, la tutela ad oltranza e contro ogni mistificazione della verità storica ed il rifiuto delle menzogne razziste sono DOVERI di ogni antropologo oltre che DIRITTI di ogni cittadino.
basti comunque rileggersi:
CLAUDE LEVI-STRAUSS: RAZZA E STORIA. RAZZA E CULTURA
Claude Levi-Strauss, Razza e storia. Razza e cultura, Einaudi, Torino 2002,
pp. XVIII + 118, euro 14. Il volume raccoglie due celebri interventi
levi-straussiani per l'Unesco, Razza e storia (1952) e Razza e cultura
(1971), con una prefazione di Michel Izard e in appendice un colloquio tra
Levi-Strauss e Marcello Massenzio del 2000. Un'ottima occasione per
rileggere i due saggi (che gia' ebbero ampia circolazione in passato
inseriti in altri volumi) ed ancora una volta avvalerci del contributo del
grande antropologo alla riflessione e all'impegno antirazzista.
(
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/2 ... 00011.html)
per questo, il maestro Lévi-Strauss non é completamente morto e il suo pensiero vive e vivrà, mentre i deliri patetici e gonfi di malcelata invidia (anche su questo Forum) dei poveretti che si avvolgono nell'insulto pseudoironico anche di fronte ad eventi che riguardano tali figure, incomparabili coi loro personaggi clowneschi, e chi a tali figure si ispira non incidono in alcun modo sulla realtà e tantomeno sulla Storia.