Cartone animato Marco Polo coproduzione Torino-Nanchino - page 1 - Arte - Cultura - Storia - Associna Forum

Autore Topic: Cartone animato Marco Polo coproduzione Torino-Nanchino  (Letto 7229 volte)

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libero

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Cartone animato Marco Polo coproduzione Torino-Nanchino
« il: 20 Novembre, 2009, 15:11:43 pm »
Un "gemellaggio" cartoon tra Torino e Nanchino
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplr ... 0&sezione=
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da libero »

kay_asuma

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« Risposta #1 il: 20 Novembre, 2009, 15:28:01 pm »
Messer Polo biondo??? 8O  8O spero che questo carton sia fatto a modo doc.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kay_asuma »
Solo uno stupido non torna dove è stato felice l\'ultima volta.....

yuefei

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« Risposta #2 il: 20 Novembre, 2009, 19:12:49 pm »
Citazione da: "kay_asuma"
Messer Polo biondo??? 8O  8O spero che questo carton sia fatto a modo doc.


 :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da yuefei »
Ni hao

kay_asuma

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« Risposta #3 il: 20 Novembre, 2009, 21:53:52 pm »
Citazione da: "yuefei"
Citazione da: "kay_asuma"
Messer Polo biondo??? 8O  8O spero che questo carton sia fatto a modo doc.

 :-D


Si magari con un po di mesh viola e il taglio di capelli alla EMO e siamo apposto , avremo messer Polo per un carton moderno  :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kay_asuma »
Solo uno stupido non torna dove è stato felice l\'ultima volta.....

kinzika

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Cartone animato 3D Marco Polo!
« Risposta #4 il: 21 Novembre, 2009, 00:14:44 am »
Che Bel cartone animato! Non vedo l'ora di vederlo!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kinzika »
sono responsabile di quello che scrivo non di quello che capisci tu. Anonimo(?)

Zoee

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« Risposta #5 il: 21 Novembre, 2009, 18:52:31 pm »
Citazione
Nel cartoon italo-cinese, Marco Polo è un giovane (ricorda un po’ il famoso Marco Polo del kolossal televisivo trasmesso dalla Rai a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta) che esplora il mondo, desideroso di avventure e di scoprire nuovi popoli, i loro usi e costumi. Ogni episodio presenta splendidi tesori d’arte che fanno da sfondo alle peripezie del giovane veneziano, insieme a centinaia di personaggi e moltissime ambientazioni, rese ancora più suggestive dalla tecnica 3D. I 52 episodi della serie, ciascuno di 22 minuti, sono firmati dalla regia di Francesco Testa e dei cinesi Wu Tao e Mang Feng Qing. Francesco Testa cura anche il soggetto e la sceneggiatura, mentre i disegni sono affidati a Cristina Làstrego. ½Abbiamo interpretato Marco Polo û dice Francesco Testa û come un personaggio positivo, che impara attraverso l’esperienza, uno che va in Cina per apprendere e non per combinare disastri. Il suo viaggio non è soltanto un semplice viaggio, ma scoperta, conoscenza dell’altro, scambio di esperienze?. Dal canto suo, Luca Milano ha specificato che i costi di produzione sono coperti al 50 per cento dalla Cina: ½L’altra metà sarà coperta da Rai Fiction con una quota del 25 per cento, il resto da partneri italiani diversi?.


Ma sembra il moroso della Barbie, e' identico a Ken!!!

Ora, io non ho letto "il milione" e quasi quasi faccio un salto in libreria a vedere se si trova un edizione (economica), ma perche' gli autori del cartone dicono "...abbiamo interpretato come un personaggio positivo...uno che combina disastri..."
ma che disastri ha  combinato Marco Polo ???
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Zoee »

Alex80

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« Risposta #6 il: 21 Novembre, 2009, 22:50:52 pm »
Citazione da: "Zoee"
Citazione
Nel cartoon italo-cinese, Marco Polo è un giovane (ricorda un po’ il famoso Marco Polo del kolossal televisivo trasmesso dalla Rai a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta) che esplora il mondo, desideroso di avventure e di scoprire nuovi popoli, i loro usi e costumi. Ogni episodio presenta splendidi tesori d’arte che fanno da sfondo alle peripezie del giovane veneziano, insieme a centinaia di personaggi e moltissime ambientazioni, rese ancora più suggestive dalla tecnica 3D. I 52 episodi della serie, ciascuno di 22 minuti, sono firmati dalla regia di Francesco Testa e dei cinesi Wu Tao e Mang Feng Qing. Francesco Testa cura anche il soggetto e la sceneggiatura, mentre i disegni sono affidati a Cristina Làstrego. ½Abbiamo interpretato Marco Polo û dice Francesco Testa û come un personaggio positivo, che impara attraverso l’esperienza, uno che va in Cina per apprendere e non per combinare disastri. Il suo viaggio non è soltanto un semplice viaggio, ma scoperta, conoscenza dell’altro, scambio di esperienze?. Dal canto suo, Luca Milano ha specificato che i costi di produzione sono coperti al 50 per cento dalla Cina: ½L’altra metà sarà coperta da Rai Fiction con una quota del 25 per cento, il resto da partneri italiani diversi?.

Ma sembra il moroso della Barbie, e' identico a Ken!!!

Ora, io non ho letto "il milione" e quasi quasi faccio un salto in libreria a vedere se si trova un edizione (economica), ma perche' gli autori del cartone dicono "...abbiamo interpretato come un personaggio positivo...uno che combina disastri..."
ma che disastri ha  combinato Marco Polo ???


In realtà c'è scritto "uno che va in Cina per apprendere e non per combinare disastri".
Forse volevano dire che a differenza di altri che in Cina ci sono andati per scopi di conquista e saccheggio, Marco Polo lo ha fatto armato solo del suo desiderio di conoscere, e nel cartone hanno cercato di valorizzare questo aspetto del suo personaggio.
Io sono un'appassionata di animazione, e trovo molto interessante questo progetto. Mi spiace solo per la tecnica utilizzata...il 3D da sempre mi fa storcere il naso.

Edit: da brava nostalgica, ricordo con affetto questo Marco Polo, cartone vecchissimo! ^^
http://www.youtube.com/watch?v=olACGI19 ... re=related
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

Zoee

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« Risposta #7 il: 22 Novembre, 2009, 09:34:44 am »
Ops  :oops:  alex hai ragione mi e' sfuggito un importante "non"!!!
Si nemmeno a me piace questa animazione 3D ricorda quella dei film della Barbie...attendiamo qualche immagine in piu'  :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Zoee »

cavallo

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« Risposta #8 il: 22 Novembre, 2009, 10:00:07 am »
in ogni caso, e' evidente l'interesse e lo sforzo della RPC di diversificare e valorizzare sorgenti di attrazione e di interesse culturale verso il proprio Paese da parte del pubblico straniero (opinione pubblica, consumatori, decision makers) e soprattutto delle giovani generazioni, con un'offensiva a tutto campo che usa CONFUCIO (i centri aperti in 300 universita'del Mondo, 8 in Italia), il BUDDHISMO (il Congresso Mondiale Buddhista in Cina, le mostre all'estero, ecc.), le LEGGENDE TRADIZIONALI quanto le OLIMPIADI, lòNNOVAZIONE, l'EXPO SHANGHAI 2010 e per l'Italia (e il mondo mediterraneo-cattolico)  MARCO POLO, MATTEO RICCI, in un'ottica di evidente concorrenza alla diffusione di altri riferimenti che pure ciononostante (e senza contraddizione...) vengono ampiamente utilizzati a scopi commerciali da quella Cina che fra l'altro produce TUTTI i gadgets di Disney, delle Marvel, ecc., quelli della fede popolare cattolica (madonne, padri pii, ecc.) musulmana (immagini della Mecca, frasi del Corano, ecc.), buddhista (statuette, incensieri, ecc.), delle manifestazioni politiche ( cappellini e bandiere perfino della Lega!), delle rockstars, ecc.  di tutto il Mondo.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Alex80

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« Risposta #9 il: 22 Novembre, 2009, 11:03:12 am »
Fa benissimo la Cina a promuovere il cosiddetto "soft power" per divulgare la propria cultura, però non mi trovo d'accordo su questo punto:

Citazione
½Da qualche anno il governo cinese ha deciso che la programmazione dei cartoni animati deve essere o interamente di produzione nazionale, o in coproduzione con l’estero, a condizione che la Cina abbia il 51 per cento? spiega la coppia Lastrego&Testa, capitata nella terra della Grande Muraglia quattro anni fa, dove ad un festival conobbe Wu Tao.


questo protezionismo in campo culturale non fa bene, è giusto che le nuove generazioni possano crescere anche a contatto con i cartoni animati stranieri...La diversità è ricchezza, sia per i cinesi che per gli altri popoli, e non deve spaventare a nessuna latitudine. Posso inoltre affermare con una certa sicurezza che ai ragazzi cinesi non ha fatto granchè piacere questa politica governativa verso l'animazione straniera, ed in ogni caso è un limite inutile perchè tramite internet e il fenomeno del fansub provvedono autonomamente a reperirsi le serie straniere che gli piacciono (sono molto informata su questo mondo in quanto appassionata che frequenta community internazionali, popolatissime anche dai cinesi).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

cavallo

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« Risposta #10 il: 22 Novembre, 2009, 11:24:34 am »
concordo con la tua critica, alex, ma secondo me stavolta oltre alla volonta'di controllare i contenuti, particolarmente delicati perche'per bambini e ragazzi (cosa impossibile con Internet, nonostante i filtri, che, pero', non e' alla portata di TUTTI i bambini ed i ragazzi cinesi, specie fuori delle metropoli), che e'certo criticabile ma denota almeno il fatto che in Cina si e'capito che la scuola non e' l'unico soggetto educativo (e che i messaggi della scuola possono rischiare di essere contraddetti da quelli della TV e dei cartoni stile Mazinga... oltre che dei videogames) c'é un piano (legittimo anche se puo' dispiacere alle majors occidentali se non hanno una visione rfistretta ma a lunga scadenza...) di segno ECONOMICO (che sottende quello culturale).

La norma infatti oltre che le produzioni cinesi favorisce fortemente LE CO-PRODUZIONI CINA-ESTERO (sotto controllo cinese al 51%) e questo serve alla Cina ad avere un transfer di know-how per modernizzare contenuti, tecniche e stili, ossia a crearsi una base PRODUTTIVA autonoma, esattamente come hanno fatto nel tessile, nelle costruzioni navali, ora in quelle aereonautiche, ecc. .

Se seguiranno il ritmo degli altri settori, entro 10 anni la RPC sara'grande produttore ed esportatore IN TUTTO IL MONDO di cartoni animati e fara'ampiamente concorrenza al dominante Giappone IN QUESTO CAMPO.

teniamo presente infatti che sono autori occidentali di cinematografie di animazione meno potenti (Lastrego e Testa sono ottimi autori ma il mercato italico e' poverissimo, incomparabilmente minore di quelli USA e giapponese) per ora ad interagire coi Cinesi..., portando loro idee innovative che saranno usate su scala gigantesca, ... alla cinese!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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Zoee

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« Risposta #11 il: 22 Novembre, 2009, 12:04:54 pm »
Mah, secondo me si tratta solamente di costi di produzione molto inferiori, come per tutti gli altri prodotti Made in Cina, e non ci vedo niente di culturale anzi,si continua a sfruttare uomini a lavorare con orari pazzeschi...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Zoee »

Alex80

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« Risposta #12 il: 22 Novembre, 2009, 12:05:42 pm »
Citazione da: "cavallo"
concordo con la tua critica, alex, ma secondo me stavolta oltre alla volonta'di controllare i contenuti, particolarmente delicati perche'per bambini e ragazzi (cosa impossibile con Internet, nonostante i filtri, che, pero', non e' alla portata di TUTTI i bambini ed i ragazzi cinesi, specie fuori delle metropoli), che e'certo criticabile ma denota almeno il fatto che in Cina si e'capito che la scuola non e' l'unico soggetto educativo (e che i messaggi della scuola possono rischiare di essere contraddetti da quelli della TV e dei cartoni stile Mazinga... oltre che dei videogames) c'é un piano (legittimo anche se puo' dispiacere alle majors occidentali se non hanno una visione rfistretta ma a lunga scadenza...) di segno ECONOMICO (che sottende quello culturale).

La norma infatti oltre che le produzioni cinesi favorisce fortemente LE CO-PRODUZIONI CINA-ESTERO (sotto controllo cinese al 51%) e questo serve alla Cina ad avere un transfer di know-how per modernizzare contenuti, tecniche e stili, ossia a crearsi una base PRODUTTIVA autonoma, esattamente come hanno fatto nel tessile, nelle costruzioni navali, ora in quelle aereonautiche, ecc. .

Se seguiranno il ritmo degli altri settori, entro 10 anni la RPC sara'grande produttore ed esportatore IN TUTTO IL MONDO di cartoni animati e fara'ampiamente concorrenza al dominante Giappone IN QUESTO CAMPO.

teniamo presente infatti che sono autori occidentali di cinematografie di animazione meno potenti (Lastrego e Testa sono ottimi autori ma il mercato italico e' poverissimo, incomparabilmente minore di quelli USA e giapponese) per ora ad interagire coi Cinesi..., portando loro idee innovative che saranno usate su scala gigantesca, ... alla cinese!


Ovviamente nella scelta del governo cinese c'è  non solo l'intento di controllare i contenuti, ma anche un interesse di tipo economico. Questo però, per quanto comprensibile, non cambia il fatto che per me si tratti di una scelta sbagliata, perchè l'animazione è anche una forma d'arte, proprio come i libri ed il cinema, non solo un mezzo per lucrare.
Sostieni che è necessario un controllo dei contenuti perchè bisogna che i cartoni propongano dei valori che non siano difformi a quelli che vengono insegnati a scuola (e citi un titolo come Mazinga quale esempio di prodotto diseducativo), ma quando ragioni così ti allinei a coloro che vedono nell'animazione non una tecnica espressiva (come in effetti è), ma un genere specificatamente rivolto all'infanzia, ed anche a chi in Italia ha per anni ed  anni censurato i cartoni giapponesi, considerandoli "brutti e cattivi" a prescindere, stereotipo pieno di carica xenofoba. Ci sono stati anni in cui nei cartoni giapponesi i personaggi, anzichè Makoto, Kaito o Saki, si chiamavano Francesco, Alessandro e Mario...In cui i personaggi vivevano in America o in Italia, quando dalle immagini si evinceva chiaramente che si trattava di Giappone (anche se venivano addirittura censurati i kanji!!!)...La censura culturale nei confronti dei prodotti di animazione giapponese è un chiaro esempio di quei provincialismo, ignoranza e xenofobia verso le culture orientali su cui mi hai aiutata a riflettere in un altro topic. I cartoni animati giapponesi non sono tutti brutti e cattivi come ci ha fatto credere per anni la stampa italiana, sono soltanto una forma espressiva rivolta a target diversi, non solo ai bambini come si vorrebbe nell'Occidente dominato dalla disneyana tradizione, ed è per questo che alle volte i contenuti possono essere forti; il trattamento che hanno subito sono uno dei più chiari esempi della difficoltà dell'Occidente di aprirsi ed imparare a conoscere una cultura diversa.
Fa benissimo la Cina ad incentivare la propria industria animata, però ripeto, chiudersi a riccio nei confronti delle produzioni straniere non fa bene nè al pubblico, nè agli artisti che hanno bisogno di crescere anche tramite il confronto con le opere degli altri. Di recente si è verificato questo caso di plagio:
http://www.animenewsnetwork.com/news/20 ... per-second
Non ci sarebbe nulla di particolarmente interessante in questa notizia (i plagi avvengono ovunque, non sono assolutamente prerogativa cinese ed è lungi da me voler suggerire questa idea) non fosse per il fatto che il cartone animato cinese che ha abbondantemente copiato quello giapponese, è una produzione del governo a scopo educativo. Quello stesso governo che impedisce ai suoi concittadini di vedere l'originale lavoro di Makoto Shinkai (autore indipendente che realizza i suoi lavori quasi completamente da solo), ha poi finanziato un'opera che prende molte scene in prestito da quello stesso lavoro.
Ed è proprio questa contraddizione che ha suscitato molte critiche da parte degli appassionati, anche cinesi, di animazione.
Guarda questo forum cinese, dove vengono comparate le scene spudoratamente copiate:
http://www.tianya.cn/publicforum/conten ... 1020.shtml
I ragazzi che esprimono le loro critiche sono cinesi, non i soliti occidentali che colgono l'occasione per sparlare della Cina...tra i messaggi c'è chi afferma "ecco perchè il governo ha vietato i cartoni stranieri sulle nostre tv! perchè spera così di poter scopiazzare i lavori degli altri, senza che ce ne accorgiamo"...
Io sono contenta che i ragazzi cinesi scrivano queste cose. Sostenere il proprio governo non significa appoggiare incondizionatamente tutte le sue scelte. Questi ragazzi dimostrano menti aperte e critiche, sono spinti da una sincera passione verso il mondo dell'animazione, e sperano che il loro Paese possa crescere anche in quell'industria, come sicuramente avverrà,  tramite un confronto sincero ed aperto, evitando atteggiamenti di chiusura.

Edit: Vorrei aggiungere, comunque, che io ero rimasta al fatto che il divieto alla trasmissione di animazione straniera riguardasse una fascia oraria ben specifica (quella del prime time, quindi ovviamente la più importante), non sapevo che fosse stato esteso in generale...Ma è possibile che si tratti di un'imprecisione dell'articolo di La Stampa.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

cavallo

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« Risposta #13 il: 22 Novembre, 2009, 17:00:51 pm »
alex, forse mi sono espresso male per non essere troppo lungo (una volta tanto...., mannaggia!) ma concordo largamente (non al 100%) con te.

i punti su cui non sono perfettamente d'accordo con te sono:
 
1) sul <<controllo dei contenuti>> /  credo nella liberta' dell'arte (e quindi anche di films non di anomazione e di animazione, video,  ecc.) e sono contrario alla sua censura TRANNE che  nelle sue manifestazioni omofobe, sessuofobe, razziste, pedofile e TRANNE PIU'IN GENERALE per il pubblico infantile e adolescenziale, per il quale a mio parere non solo vanno bandite le rappresentazioni di quei tipi, quelle esplicitamente sessuyali e quelle di cruda violenza ma vanno evitati messaggi che non sono adeguatio allo sviluppo psico-cognitivo della rispettiva eta';

2) hai ragione, l'animazione non  e' un genere risrevato all'infanzia, ma quando come in questo caso il prodotto ha come TARGET ESPLICITO bambini ed adolescenti (un po' come il KIM coprodotto dalla RAi in onda a puntate di questi tempi) e come coproduttori TV pubbliche, si tratta di un PRODOTTO EDUCATIVO (non didattico, ma educativo) e inoltre tutte le forme espressive (film, musica, conversazione, animazione, foto, danza, ecc.) assumono un valore oggettivamente EDUCATIVO (termine che include anche DISEDUCATIVO, ovviamente) verso quella fascia di eta'e quindi ritengo che sia necessario tenerne conto e porre limiti che per una persona adulta non hanno alcuna giustificazione;

3) quando i messaggi ed i valori (che naturalmente dipendono dal tipo dio societa'e dalle forze in essa egemoni, opl;tre che dalla sua STORIA) veicolati verso bambini e adolesdcenti dalle strutture educative scolastiche ed extrascolastiche (per diversi motivi storici, economici, culturali, politici, sociologici che e' troppo lungo affrontare qui) entrano totalmente in copnflitto con quelli  veicolati da soggetti COMUNICATIVAMENTE PIU'FORTI (come films animati e non, video, videogames, pubblicita', TV, ecc.) non solo sono i secondi a prevalere ma lo fanno stracciando la coerenza del contesto educativo, creando angosce, disadattamento, spaesamento, crisi, violenza,  ecc. e tenere conto di questo non e' secondo me un diritto ma un dovere di un governo;

4) i cartoni giapponesi arrivati in Italia (oggetto di importanti studi sociologici, di scienza delléducazione, ecc.) non erano <<brutti>> in se' e soprattutto non erano incoerenti coi valori del sistema educativo giapponese e della STORIA giapponese (ad esempio i supereroi spaziali transformers giapponesi o il personaggio di Zorori seguono la logica dei films anti-mostri del dopoguerra su cui sono state fatte interessanti analisi per capirne il rapporto con la non elaborazione del lutto della sconfitta  del Giappone e delle 2 bombe nucleari, ma ANCHE dei crimini di un Paese che si e' reinventato dopo Hiroshima come VITTIMA)  neppure quando rielaboravano storie europee (come Heidi), ma erano (ecco dove sta il problema) fortemente incoerenti con i valori del sistema educativo scolastico italiano primario (diciamo quello ispirato a Montessori, poi a Malaguzzi e Rodari, ecc.) che non ha saputo farvi fronte percha'troppo scuolacentrico (ed anche per la scarsa attenzione data in Italia, specie dalla RAI monopolista, a grandi autori di animazione italiani come Emanuele Luzzato, Testa e altri ed a novellisti come Calvino, Rodari, ecc.) e hanno creato una opposizione valoriale selvaggia, non assimilata dai bambini in modo crirtico, con guasti enormi; non e'certo con la censura minuta della italianizzazione dei nomi o della contrapposizione falsa tra la <<buona>> Heidi ed il <<cattivo Mazinga>> (o i Pokemon, fenomeno culturale enormemente invasivo) che si puo'reagire, tanto piu'che i cartoons disneyani erano paradossalmente spesso anche peggiori (intere generazioni di psicologi hanno criticato tali cartoons in tutta Europa) ed avevano colonizzato l'Europa non meno della COCACOLA;

5) sul terreno del rapporto cartoons-infanzia si gioca paradossalmente gran parte della questione della egemonia CULTURALE MA NACHE POLITICA in ogni societa', come ben sapevano i Giapponesi negli anni della militarizzazione e fascistizzazione prebellica (il primo cartoon giapponese fu prodotto dalla Marina Imperiale...), gli USA negli stessi anni (quando nacque il fenomeno Disney) la RPC ed i Paesi dell'Est negli anni '60-'70 (ricordo i cartoons maoisti... presentati ad Italia-Cina a Roma con bimbe che morivano assiderate per salvare eroicamente pecorelle della Comune Popolare...): sono pochi (l'Italia postfascista e' fra questi) i Paesi i cui governi non si sono posti la questione dei cartoons per l'infanzia come problema assai importante;

6) pertanto la RPC mescola interessi ideologici, educativi, economici e dio manifestazione della sua cultura all'estero nella scelta di avvantaggiare i cartoons nazionali e coprodotti (la coproduzione non mi pare chiusura...), acquisendo intanto  know how; farei una scommessa: come adesso la Cina produce gadgets per tutte le religioni e per tutti i movimenti politici (compresi quelli della Lega!!!) ma si guarda bene dal mettere in vendita immaginette di padre pio, della moglie di Maometto, gadgets leghisti e vessilli degli hezbollah in Cina, quando avra'acquisito lßdeguato know how la Cina produrra'sia cartoons per il suo sterminato pubblico interno, coerenti con le scelte (ovviamente discutibili) educative figlie della sua STORIA, sia cartoons ad usop commerciale per il mercato straniero; infatti quel che lËccidente non ha ancora capito (oltre alle questioni xenofobe che giustamente citi) e'che CI PIACCIA O NO, la Cina sta diventando la <<fabbrica del Mondo>>> dove si produce e si produrra'ogni sorta di cosa, copmpresi i cartoons per i gusti delle altre culture, societa'e forze egemoni, certamente DIFFERENTI fra loro e da quelli per uso interno cinese!!!!

7) il <<plagio>> e'una fase del trasferimento di know how: lo hanno fatto i romani  col vetro fenicio,  i turchi e gli olandesi e gli inglesi per imparare a fare la porcellana, gli italiani per l'allevamento dei bachi da seta e per la carta, i siciliani col gelato arabo (in generale l'Occidente e'stato costretto PER MILLENNI a plagiare invenzioni del piu'sviluppato Oriente...), i giapponesi con le auto occidentali  e con la Costituzione prussiana e lo hanno fatto e lo fanno i Cinesi, anche coi cartoons, riprendendosi una infima parte di quel che altri  hanno copiato e <<plagiato>> (a me il termine non piace, si tratta di debiti in termini di know how) a loro: basti pensare che i giapponesi hanno preso dalla Cina ideogrammi, te', riti, ecc.!!!! che quel cartoon sia copiato dal governo cinese che impedisce di conoscere l¾pera originale e'esattamente quel che e' SEMPRE accaduto in altri campi espressivi per non dover riconoscere tali debiti: puo'dispiacere ma gli influssi culturali e gli scambi non si basano su logiche ne' xenofobe ne' buoniste, ma sulle reali EGEMONIE e per mutare la situazione (si tratti di romanizzazione, islamizzazione, occidentalizzazione, cinesizzazione) l·nico complicatissimo modo e'...mutare egemonia (in termini economici, politici, culturali e militari)!!!!!!!

8) infine, credo che talora vediamo la Cina ed i suoi bambini e ragazzi attraverso quelli che si possono permettere Internet e affini: sono certo tantissimim ma NON SONO LA MAGGIORANZA a cui invece si rivolge la scuola statale, il cinema, la tv statale, ecc. e anche i cartoons che i media statali diffondono e diffonderanno!
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Alex80

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« Risposta #14 il: 22 Novembre, 2009, 18:59:04 pm »
Citazione da: "cavallo"
alex, forse mi sono espresso male per non essere troppo lungo (una volta tanto...., mannaggia!) ma concordo largamente (non al 100%) con te.

i punti su cui non sono perfettamente d'accordo con te sono:
 
1) sul <<controllo dei contenuti>> /  credo nella liberta' dell'arte (e quindi anche di films non di anomazione e di animazione, video,  ecc.) e sono contrario alla sua censura TRANNE che  nelle sue manifestazioni omofobe, sessuofobe, razziste, pedofile e TRANNE PIU'IN GENERALE per il pubblico infantile e adolescenziale, per il quale a mio parere non solo vanno bandite le rappresentazioni di quei tipi, quelle esplicitamente sessuyali e quelle di cruda violenza ma vanno evitati messaggi che non sono adeguatio allo sviluppo psico-cognitivo della rispettiva eta';

2) hai ragione, l'animazione non  e' un genere risrevato all'infanzia, ma quando come in questo caso il prodotto ha come TARGET ESPLICITO bambini ed adolescenti (un po' come il KIM coprodotto dalla RAi in onda a puntate di questi tempi) e come coproduttori TV pubbliche, si tratta di un PRODOTTO EDUCATIVO (non didattico, ma educativo) e inoltre tutte le forme espressive (film, musica, conversazione, animazione, foto, danza, ecc.) assumono un valore oggettivamente EDUCATIVO (termine che include anche DISEDUCATIVO, ovviamente) verso quella fascia di eta'e quindi ritengo che sia necessario tenerne conto e porre limiti che per una persona adulta non hanno alcuna giustificazione;

3) quando i messaggi ed i valori (che naturalmente dipendono dal tipo dio societa'e dalle forze in essa egemoni, opl;tre che dalla sua STORIA) veicolati verso bambini e adolesdcenti dalle strutture educative scolastiche ed extrascolastiche (per diversi motivi storici, economici, culturali, politici, sociologici che e' troppo lungo affrontare qui) entrano totalmente in copnflitto con quelli  veicolati da soggetti COMUNICATIVAMENTE PIU'FORTI (come films animati e non, video, videogames, pubblicita', TV, ecc.) non solo sono i secondi a prevalere ma lo fanno stracciando la coerenza del contesto educativo, creando angosce, disadattamento, spaesamento, crisi, violenza,  ecc. e tenere conto di questo non e' secondo me un diritto ma un dovere di un governo;

4) i cartoni giapponesi arrivati in Italia (oggetto di importanti studi sociologici, di scienza delléducazione, ecc.) non erano <<brutti>> in se' e soprattutto non erano incoerenti coi valori del sistema educativo giapponese e della STORIA giapponese (ad esempio i supereroi spaziali transformers giapponesi o il personaggio di Zorori seguono la logica dei films anti-mostri del dopoguerra su cui sono state fatte interessanti analisi per capirne il rapporto con la non elaborazione del lutto della sconfitta  del Giappone e delle 2 bombe nucleari, ma ANCHE dei crimini di un Paese che si e' reinventato dopo Hiroshima come VITTIMA)  neppure quando rielaboravano storie europee (come Heidi), ma erano (ecco dove sta il problema) fortemente incoerenti con i valori del sistema educativo scolastico italiano primario (diciamo quello ispirato a Montessori, poi a Malaguzzi e Rodari, ecc.) che non ha saputo farvi fronte percha'troppo scuolacentrico (ed anche per la scarsa attenzione data in Italia, specie dalla RAI monopolista, a grandi autori di animazione italiani come Emanuele Luzzato, Testa e altri ed a novellisti come Calvino, Rodari, ecc.) e hanno creato una opposizione valoriale selvaggia, non assimilata dai bambini in modo crirtico, con guasti enormi; non e'certo con la censura minuta della italianizzazione dei nomi o della contrapposizione falsa tra la <<buona>> Heidi ed il <<cattivo Mazinga>> (o i Pokemon, fenomeno culturale enormemente invasivo) che si puo'reagire, tanto piu'che i cartoons disneyani erano paradossalmente spesso anche peggiori (intere generazioni di psicologi hanno criticato tali cartoons in tutta Europa) ed avevano colonizzato l'Europa non meno della COCACOLA;

5) sul terreno del rapporto cartoons-infanzia si gioca paradossalmente gran parte della questione della egemonia CULTURALE MA NACHE POLITICA in ogni societa', come ben sapevano i Giapponesi negli anni della militarizzazione e fascistizzazione prebellica (il primo cartoon giapponese fu prodotto dalla Marina Imperiale...), gli USA negli stessi anni (quando nacque il fenomeno Disney) la RPC ed i Paesi dell'Est negli anni '60-'70 (ricordo i cartoons maoisti... presentati ad Italia-Cina a Roma con bimbe che morivano assiderate per salvare eroicamente pecorelle della Comune Popolare...): sono pochi (l'Italia postfascista e' fra questi) i Paesi i cui governi non si sono posti la questione dei cartoons per l'infanzia come problema assai importante;

6) pertanto la RPC mescola interessi ideologici, educativi, economici e dio manifestazione della sua cultura all'estero nella scelta di avvantaggiare i cartoons nazionali e coprodotti (la coproduzione non mi pare chiusura...), acquisendo intanto  know how; farei una scommessa: come adesso la Cina produce gadgets per tutte le religioni e per tutti i movimenti politici (compresi quelli della Lega!!!) ma si guarda bene dal mettere in vendita immaginette di padre pio, della moglie di Maometto, gadgets leghisti e vessilli degli hezbollah in Cina, quando avra'acquisito lßdeguato know how la Cina produrra'sia cartoons per il suo sterminato pubblico interno, coerenti con le scelte (ovviamente discutibili) educative figlie della sua STORIA, sia cartoons ad usop commerciale per il mercato straniero; infatti quel che lËccidente non ha ancora capito (oltre alle questioni xenofobe che giustamente citi) e'che CI PIACCIA O NO, la Cina sta diventando la <<fabbrica del Mondo>>> dove si produce e si produrra'ogni sorta di cosa, copmpresi i cartoons per i gusti delle altre culture, societa'e forze egemoni, certamente DIFFERENTI fra loro e da quelli per uso interno cinese!!!!

7) il <<plagio>> e'una fase del trasferimento di know how: lo hanno fatto i romani  col vetro fenicio,  i turchi e gli olandesi e gli inglesi per imparare a fare la porcellana, gli italiani per l'allevamento dei bachi da seta e per la carta, i siciliani col gelato arabo (in generale l'Occidente e'stato costretto PER MILLENNI a plagiare invenzioni del piu'sviluppato Oriente...), i giapponesi con le auto occidentali  e con la Costituzione prussiana e lo hanno fatto e lo fanno i Cinesi, anche coi cartoons, riprendendosi una infima parte di quel che altri  hanno copiato e <<plagiato>> (a me il termine non piace, si tratta di debiti in termini di know how) a loro: basti pensare che i giapponesi hanno preso dalla Cina ideogrammi, te', riti, ecc.!!!! che quel cartoon sia copiato dal governo cinese che impedisce di conoscere l¾pera originale e'esattamente quel che e' SEMPRE accaduto in altri campi espressivi per non dover riconoscere tali debiti: puo'dispiacere ma gli influssi culturali e gli scambi non si basano su logiche ne' xenofobe ne' buoniste, ma sulle reali EGEMONIE e per mutare la situazione (si tratti di romanizzazione, islamizzazione, occidentalizzazione, cinesizzazione) l·nico complicatissimo modo e'...mutare egemonia (in termini economici, politici, culturali e militari)!!!!!!!

8) infine, credo che talora vediamo la Cina ed i suoi bambini e ragazzi attraverso quelli che si possono permettere Internet e affini: sono certo tantissimim ma NON SONO LA MAGGIORANZA a cui invece si rivolge la scuola statale, il cinema, la tv statale, ecc. e anche i cartoons che i media statali diffondono e diffonderanno!


Innanzitutto grazie per la replica, che reputo molto interessante. Mi spiace averti rubato del tempo, ma credimi, confronti di questo tipo mi fanno sempre piacere.
Sono completamente d'accordo con te (e ci mancherebbe) sul fatto che nessun prodotto culturale (film, cartone o libro che sia) debba divulgare contenuti razzisti, omofobi, pedofili, etc., indipendentemente da quale sia il target a cui esso è rivolto.
A parte questi casi eclatanti, trovo però meno scontato di quanto possa sembrare a primo acchito stabilire cosa possa danneggiare la sensibilità di un bambino e cosa no...Qui in Italia ad esempio, in molte serie nipponiche è stata censurata perfino la morte di un personaggio (anche se poi questo non avveniva nelle serie europee ed americane), quando a mio avviso, anche un tema pesante come questo, se trattato con la giusta sensibilità, pu? essere un arricchimento per il bambino, piuttosto che una fonte di turbamento...Credo che in definitiva spetti soprattutto ai genitori educare il proprio figlio e stabilire cosa fargli vedere o meno, perchè nessuno conosce i propri figli meglio dei loro genitori. Quindi se va giustamente riconosciuto il potere persuasivo dei mass media e il loro ruolo nella crescita individuale, in un'ottica di sistema formativo integrato, dall'altra parte penso che possa essere "pericoloso", o quanto meno limitante, avere la pretesa di stabilire cosa sia giusto trasmettere e cosa no (ferma restando la legittimità assoluta della censura verso certi contenuti criminali). E' un discorso piuttosto problematico in realtà, perchè pone in conflitto la libertà di espressione da una parte e la tutela dei valori dominanti dall'altra, ma stabilire cosa oggettivamente possa ledere questi ultimi rimane a mio modo di vedere una scelta largamente arbitraria...siamo sicuri che il governo o chicchessia, sappia davvero scegliere quello che è giusto per me, ci? che farebbe bene alla mia crescita spirituale e cosa no? Io propendo sempre per la libera circolazione delle informazioni...maggiori e diversi tra loro, sono i contenuti con cui enrtiamo in contatto fin da giovanissimi, maggiore sarà anche la nostra capacità di analisi e spirito critico. Ovvio che c'è anche il rischio che qualcuno interiorizzi comportamenti sbagliati...ma l'omologazione assoluta è un rischio ben peggiore, perchè se quel modello a cui ci si è omologati, un giorno deragliasse dalla "giusta via", dove potremmo trovare menti realmente flessibili e critiche da promuovere un'alternativa?
Per quanto riguarda l'animazione giapponese, essendo nata nel 1980, come suggerisce il numerino del mio nick, ha costituito il mio immaginario di bimba. Naturalmente non considero i cartoni giapponesi belli in massa, ma ho imparato a dissociarmi da quelle associazioni dei genitori e dalla stampa italiana, che spesso e volentieri, tuttora, li considera brutti in massa.
L'essere entrata in contatto con contenuti a volte molto forti, come quelli che potevano trasparire in una serie come Lady Oscar, non mi ha turbata, ma mi ha consentito fin da subito di riflettere su temi importanti come le ingiustizie e i soprusi.
Non so se sarei cresciuta migliore o peggiore senza Lady Oscar e tutte le altre serie che vidi da piccina (benchè molte delle quali, nel loro Paese di origine, non fossero state pensate per dei bimbi, ma per lo meno per adolescenti), so solo che sono stata contenta di averle viste, perchè mi hanno dato l'opportunità, oltre che di nutrire la mia immaginazione, di conoscere un popolo diverso, motivo per cui mi trovo qui! Se non avessi avuto questa "iniziazione" alla cultura asiatica, forse non mi sarei mai interessata alle culture orientali, ed anch'io avrei continuato a restare legata agli stereotipi spesso razzisti e denigratori che tuttora risiedono nell'immaginario collettivo italico verso i popoli asiatici. Quindi, per quanto l'animazione giapponese presenti a volte prodotti effettivamente scadenti, nel suo complesso è stato comunque un mezzo per avvicinarmi ad un mondo diverso...Mi è stata utile come lo è stato questo forum, che mi ha aiutata a comprendere e superare certi pregiudizi che io stessa avevo nei confronti della Cina, che forse ho ancora, ma che voglio riuscire a superare il più possibile per essere davvero coerente con l'idea di persona che vorrei essere, uno spirito libero e critico, cosa comunque molto difficile visto il contesto in cui viviamo...alle volte, anche quando parlo con te, mi sembra impossibile che la società in cui mi ritrovo sia così impregnata di razzismo, e da lì le perplessità che spesso mi sono ritrovata ad avanzare...ma poi rifletto, e mi dico "mi sa che ha proprio ragione lui"...
Per quanto riguarda il discorso del plagio, penso che non si dovrebbe confondere il normale processo di influenza culturale tra i popoli, con la violazione di un diritto di proprietà intellettuale (voglio dire, un conto è che un popolo assimili da un altro una tecnica di costruzione, un altro che una persona copi di sana pianta un mio romanzo e lo spacci per suo), ma a parte questo non era assolutamente mia intenzione tirare in ballo il discorso per sostenere che il plagio delle opere straniere sia la prassi nell'industria dell'animazione cinese (i plagi avvengono ovunque!!!), volevo solo dimostrare come siano incongruenti le politiche protezionistiche, sia che avvengano in Cina, in Russia, in Giappone o in Italia! Insomma...evviva la libera circolazione della cultura, quando non offende nessuno. :)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »