alex, forse mi sono espresso male per non essere troppo lungo (una volta tanto...., mannaggia!) ma concordo largamente (non al 100%) con te.
i punti su cui non sono perfettamente d'accordo con te sono:
1) sul <<controllo dei contenuti>> / credo nella liberta' dell'arte (e quindi anche di films non di anomazione e di animazione, video, ecc.) e sono contrario alla sua censura TRANNE che nelle sue manifestazioni omofobe, sessuofobe, razziste, pedofile e TRANNE PIU'IN GENERALE per il pubblico infantile e adolescenziale, per il quale a mio parere non solo vanno bandite le rappresentazioni di quei tipi, quelle esplicitamente sessuyali e quelle di cruda violenza ma vanno evitati messaggi che non sono adeguatio allo sviluppo psico-cognitivo della rispettiva eta';
2) hai ragione, l'animazione non e' un genere risrevato all'infanzia, ma quando come in questo caso il prodotto ha come TARGET ESPLICITO bambini ed adolescenti (un po' come il KIM coprodotto dalla RAi in onda a puntate di questi tempi) e come coproduttori TV pubbliche, si tratta di un PRODOTTO EDUCATIVO (non didattico, ma educativo) e inoltre tutte le forme espressive (film, musica, conversazione, animazione, foto, danza, ecc.) assumono un valore oggettivamente EDUCATIVO (termine che include anche DISEDUCATIVO, ovviamente) verso quella fascia di eta'e quindi ritengo che sia necessario tenerne conto e porre limiti che per una persona adulta non hanno alcuna giustificazione;
3) quando i messaggi ed i valori (che naturalmente dipendono dal tipo dio societa'e dalle forze in essa egemoni, opl;tre che dalla sua STORIA) veicolati verso bambini e adolesdcenti dalle strutture educative scolastiche ed extrascolastiche (per diversi motivi storici, economici, culturali, politici, sociologici che e' troppo lungo affrontare qui) entrano totalmente in copnflitto con quelli veicolati da soggetti COMUNICATIVAMENTE PIU'FORTI (come films animati e non, video, videogames, pubblicita', TV, ecc.) non solo sono i secondi a prevalere ma lo fanno stracciando la coerenza del contesto educativo, creando angosce, disadattamento, spaesamento, crisi, violenza, ecc. e tenere conto di questo non e' secondo me un diritto ma un dovere di un governo;
4) i cartoni giapponesi arrivati in Italia (oggetto di importanti studi sociologici, di scienza delléducazione, ecc.) non erano <<brutti>> in se' e soprattutto non erano incoerenti coi valori del sistema educativo giapponese e della STORIA giapponese (ad esempio i supereroi spaziali transformers giapponesi o il personaggio di Zorori seguono la logica dei films anti-mostri del dopoguerra su cui sono state fatte interessanti analisi per capirne il rapporto con la non elaborazione del lutto della sconfitta del Giappone e delle 2 bombe nucleari, ma ANCHE dei crimini di un Paese che si e' reinventato dopo Hiroshima come VITTIMA) neppure quando rielaboravano storie europee (come Heidi), ma erano (ecco dove sta il problema) fortemente incoerenti con i valori del sistema educativo scolastico italiano primario (diciamo quello ispirato a Montessori, poi a Malaguzzi e Rodari, ecc.) che non ha saputo farvi fronte percha'troppo scuolacentrico (ed anche per la scarsa attenzione data in Italia, specie dalla RAI monopolista, a grandi autori di animazione italiani come Emanuele Luzzato, Testa e altri ed a novellisti come Calvino, Rodari, ecc.) e hanno creato una opposizione valoriale selvaggia, non assimilata dai bambini in modo crirtico, con guasti enormi; non e'certo con la censura minuta della italianizzazione dei nomi o della contrapposizione falsa tra la <<buona>> Heidi ed il <<cattivo Mazinga>> (o i Pokemon, fenomeno culturale enormemente invasivo) che si puo'reagire, tanto piu'che i cartoons disneyani erano paradossalmente spesso anche peggiori (intere generazioni di psicologi hanno criticato tali cartoons in tutta Europa) ed avevano colonizzato l'Europa non meno della COCACOLA;
5) sul terreno del rapporto cartoons-infanzia si gioca paradossalmente gran parte della questione della egemonia CULTURALE MA NACHE POLITICA in ogni societa', come ben sapevano i Giapponesi negli anni della militarizzazione e fascistizzazione prebellica (il primo cartoon giapponese fu prodotto dalla Marina Imperiale...), gli USA negli stessi anni (quando nacque il fenomeno Disney) la RPC ed i Paesi dell'Est negli anni '60-'70 (ricordo i cartoons maoisti... presentati ad Italia-Cina a Roma con bimbe che morivano assiderate per salvare eroicamente pecorelle della Comune Popolare...): sono pochi (l'Italia postfascista e' fra questi) i Paesi i cui governi non si sono posti la questione dei cartoons per l'infanzia come problema assai importante;
6) pertanto la RPC mescola interessi ideologici, educativi, economici e dio manifestazione della sua cultura all'estero nella scelta di avvantaggiare i cartoons nazionali e coprodotti (la coproduzione non mi pare chiusura...), acquisendo intanto know how; farei una scommessa: come adesso la Cina produce gadgets per tutte le religioni e per tutti i movimenti politici (compresi quelli della Lega!!!) ma si guarda bene dal mettere in vendita immaginette di padre pio, della moglie di Maometto, gadgets leghisti e vessilli degli hezbollah in Cina, quando avra'acquisito lßdeguato know how la Cina produrra'sia cartoons per il suo sterminato pubblico interno, coerenti con le scelte (ovviamente discutibili) educative figlie della sua STORIA, sia cartoons ad usop commerciale per il mercato straniero; infatti quel che lËccidente non ha ancora capito (oltre alle questioni xenofobe che giustamente citi) e'che CI PIACCIA O NO, la Cina sta diventando la <<fabbrica del Mondo>>> dove si produce e si produrra'ogni sorta di cosa, copmpresi i cartoons per i gusti delle altre culture, societa'e forze egemoni, certamente DIFFERENTI fra loro e da quelli per uso interno cinese!!!!
7) il <<plagio>> e'una fase del trasferimento di know how: lo hanno fatto i romani col vetro fenicio, i turchi e gli olandesi e gli inglesi per imparare a fare la porcellana, gli italiani per l'allevamento dei bachi da seta e per la carta, i siciliani col gelato arabo (in generale l'Occidente e'stato costretto PER MILLENNI a plagiare invenzioni del piu'sviluppato Oriente...), i giapponesi con le auto occidentali e con la Costituzione prussiana e lo hanno fatto e lo fanno i Cinesi, anche coi cartoons, riprendendosi una infima parte di quel che altri hanno copiato e <<plagiato>> (a me il termine non piace, si tratta di debiti in termini di know how) a loro: basti pensare che i giapponesi hanno preso dalla Cina ideogrammi, te', riti, ecc.!!!! che quel cartoon sia copiato dal governo cinese che impedisce di conoscere l¾pera originale e'esattamente quel che e' SEMPRE accaduto in altri campi espressivi per non dover riconoscere tali debiti: puo'dispiacere ma gli influssi culturali e gli scambi non si basano su logiche ne' xenofobe ne' buoniste, ma sulle reali EGEMONIE e per mutare la situazione (si tratti di romanizzazione, islamizzazione, occidentalizzazione, cinesizzazione) l·nico complicatissimo modo e'...mutare egemonia (in termini economici, politici, culturali e militari)!!!!!!!
infine, credo che talora vediamo la Cina ed i suoi bambini e ragazzi attraverso quelli che si possono permettere Internet e affini: sono certo tantissimim ma NON SONO LA MAGGIORANZA a cui invece si rivolge la scuola statale, il cinema, la tv statale, ecc. e anche i cartoons che i media statali diffondono e diffonderanno!