la DAINESE va...in Tunisia - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: la DAINESE va...in Tunisia  (Letto 1327 volte)

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cavallo

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la DAINESE va...in Tunisia
« il: 19 Gennaio, 2010, 09:40:28 am »
http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... v-2001023/

come si vede le delocalizzazioni (con relativo taglio dei posti di laboro in Italia) sono decise dagli industriali italici (o dovrei dire "padani"?) INDIPENDENTEMENTE dai "cattivi" Cinesi , che ad esempio in questo settore non sono affatto competitors pericolosi per le ditte come la Dainese (per ora...).

nell'articolo manca di sapere quanto paga/ha pagato la DAINESE a Giacomo Agostini,  a  Valentino Rossi (evasore fiscale), a Lasse Kjus, Giorgio Rocca e Aksel Lund Svindal.... ed a quanto risparmio  sulla manodopera e stipendi dei lavoratori tunisini delle sue fabbriche corrisponde...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

yuefei

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« Risposta #1 il: 19 Gennaio, 2010, 13:11:27 pm »
hanno portato un po' di benessere in un paese bisognoso, così almeno molte famiglie avranno di che mangiare
questo dovrebbe insegnare qualcosa agli italiani
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da yuefei »
Ni hao

cavallo

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« Risposta #2 il: 19 Gennaio, 2010, 13:19:18 pm »
ingatti le delocalizzazioni (in Bangladesh, Tunisia, Romania, Etiopia, Messico  ecc.) sono proprio un'attività di Cooperazione allo Sviluppo e di creazione  di benessere...., quasi una beneficienza!!!!!!

che ridere!

non sono mica forme di ricerca delle possibilità di supersfruttamento, che (laddove non esiste uno sviluppo industriale autoctono come in India, Brasile, Cina, ecc.) non apportano nulla al paese ospitante (che infatti rimane povero come Messico e Tunisia o miserevole come Etiopia e Bangladesh, dopo DECENNI di simili "benefiche" attività occidentali...) e, contemporaneamente, forme di ricatto occupazionale, in termini di diritti e salariale verso i lavoratori dei Paesi da cui le aziende scappano...eh?


che ridere!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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yuefei

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« Risposta #3 il: 19 Gennaio, 2010, 14:44:38 pm »
"(laddove non esiste uno sviluppo industriale autoctono come in India, Brasile, Cina, ecc.)"  lo sviluppo industriale dei paesi che hai citato si è sviluppato anche alla delocalizzazione di altri paesi, hanno saputo sfruttare meglio di altri paesi l'aiuto che gli è stato dato, naturalmente ci hanno guadagnato anche le aziende, ma così molti paesi si sono alzati in piedi.
come insegnano tutte le ong del mondo meglio insegnare il lavoro nei paesi del sud del mondo che elemosinarli grandi aiuti che quando sono finiti i soldi si finisce di mangiare.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da yuefei »
Ni hao

yuefei

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« Risposta #4 il: 19 Gennaio, 2010, 14:46:14 pm »
doppio clik e doppio post, sorry :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da yuefei »
Ni hao

cavallo

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« Risposta #5 il: 19 Gennaio, 2010, 18:46:12 pm »
yuefei, grazie per la lezione sulle ONG e sullo sviluppo fatta a me che lavoro in questo settore dal 1988 (21 anni fa) e tengo co rsi di formazione su questi temi (in Italia  ed all'estero) dal 1994 (15 anni fa).... congondere la Cooperazione (aiuti, cooperazione tecnico-scientifica, cooperazione economica, prestiti, ecc.) con le delocalizzazioni é assai grave e porta a non avere idee chiare sull'una e sulle altre.

si dà il caso che se fosse vero quel che dici, non si capirebbe perché SOLO India, Cina e Brasile fra i Paesi a forte delocalizzazione si sono sviluppati e non le decine di altri a forte delocalizzazione (alcuni te li ho citati già ma ce ne sono vari altri); evidentemente SENZA un forte sviluppo industriale autoctono con cui interagire le delocalizzazioni sono un veleno o al più una droga e non un aiuto...

tanto é vero che il Brasile e l'India si sono sviluppati ASSAI PRIMA delle delocalizzazioni /diciamo negli anni '70...) e la Cina ha avuto uno sviluppo particolare su cui é troppo lungo soffermarsi qui e che le industrie delocalizzate costituiscono in quei 2 Paesi ed in Cina una bassa  percentuale del loro potenziale industriale attuale, al contrario di quel che avviene negli altrio Paesi da me citati (Tunisia inclusa) dove l'80% (talora il 90) circa delle industrie sono delocalizzate.

e che Paesi come la Corea del sud hanno avuto un livello di delocalizzazioni ridicolo e uno sviluppo impetuoso....
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Dubbio

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« Risposta #6 il: 19 Gennaio, 2010, 19:24:09 pm »
Citazione da: "cavallo"
yuefei, grazie per la lezione sulle ONG e sullo sviluppo fatta a me che lavoro in questo settore dal 1988 (21 anni fa) e tengo co rsi di formazione su questi temi (in Italia  ed all'estero) dal 1994 (15 anni fa)

Sei un pesantone  :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

cavallo

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« Risposta #7 il: 19 Gennaio, 2010, 20:29:10 pm »
sì Dubbio, purtroppo sono un po' ingrassato questo inverno....

 :P  :P  :P
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