Sul numero di Repubblica di sabato 4 febbraio, nella sezione locale di Roma si legge:
"La mafia cinese sull'affare-rifiuti"
"Maxi indagine sui traffici di alcuni commercianti orientali"
"La mafia cinese capitolina ha messo le mani sull'affare 'smaltimento rifiuti'" recita l'articolo. Pare infatti che sia stato scoperto un "clan" di cinesi che raccoglie e gestisce lo smaltimento di rifiuti tossici prodotti in Italia, i quali vengono esportati in Cina con false certificazioni e bolle contraffatte. Parlano di un affare milionario di portata internazionale, tanto illegale quanto pericoloso per la salute e per l'ambiente. Ma ci? che spaventa gli investigatori è il sospetto che tali materiali pericolosi, riciclati attraverso tecniche sconosciute, possano essere reimmessi nel mercato mondiale sotto forma di prodotti di ogni genere, come giocattoli o materiali informatici, con un alto tasso di tossicità.
Questa notizia mi ha sconvolto non poco, perché da brava ingenua non immaginavo che potesse esistere un giro di affari così remunerativo intorno ai rifiuti, nè tantomeno che anche questi venissero esportati.
Di fronte a un tale danno all'immagine della nostra comunità mi chiedo cosa si possa fare per "rimediare", l'unica cosa che mi consola è il fatto che l'articolo non sia stato pubblicato nella parte nazionale del quotidiano.
Chi fosse interessato a leggere l'intero articolo sulla questione mi pu? contattare in privato.
