Ma tu italiano/bianco... non sai neanche di cosa sto parlando!
Io so di cosa stai parlando.
Stai parlando della guerra fra poveri.
Del fenomeno per cui un immigrato che fa del suo meglio per rispettare le leggi del paese in cui si trova e che accetta di subire soprusi e ingiustizie pur di riuscire a guadagnarsi da vivere, quando un altro immigrato come lui sfoga la rabbia che lui ritiene strategico tenersi dentro, considera colpevole quel suo fratello più di chi ha causato la rabbia che entrambi hanno.
Avresti ragione, se questo paese avesse una legge sull'immigrazione che non pianifica lo sfruttamento del lavoro nero consentendo che i lavoratori immigrati in regola siano in numero notevolmente inferiore ai posti di lavoro necessari nei settori in cui essi possono essere impiegati.
Avresti ragione, se questo paese investisse nella mediazione culturale.
Avresti ragione, se questo paese considerasse gli immigrati prima di tutto come persone e poi come una risorsa e non prima di tutto come forza lavoro e poi come un peso.
Avresti ragione, se in questo paese non ci fossero migliaia di immigrati irregolari che sono mantenuti in questa condizione da un sistema che vuole che lavorino in nero, che affittino case in nero, che non abbiano diritti, e che abbiano nella società un ruolo che non ha differenze qualitative da quello che avevano gli schiavi nei secoli passati.
Ma non è così, e quindi hai torto.
Come ha torto chiunque usi due pesi e due misure nei confronti della violenza, condannando e reprimendo quella conseguente alla rabbia di chi subisce quotidianamente ingiustizie e discriminazioni e ignorando quella che tali condizioni ha contribuito a generare.
Non sto dicendo che siano problemi facili da risolvere.
Sto dicendo che è sicuro che non si risolveranno senza interrogarsi sulle loro cause profonde, come ha giustamente osservato cavallo.
Milano ne è una prova, salvo che si considerino le opinioni espresse da Salvini e De Corato manifestazioni di profonda saggezza.