che la globalizzazione (basata soprattutto sulla diffusione del falso modello di matrice occidentale del "consumare sempre di più si pu?") abbia portato gravisime conseguenze in tutto il Pianeta é un fatto, ma diverse aree del mondo hanno reagito e stanno reagendo in modi differenti sulla base della loro Storia e delle strategie specifiche (vedi anche India, Brasile, ecc.).
consumismo, arrivismo, idolatria del denaro, idolatria acritica delle nuove tecnologie, ecc. esistono ovviamente anche in RPC, ma sarebbe un errore analizzare un paese-continente con 1,6 miliardi di abitanti ed una storia millenaria sulla base dei "si dice" o delle conversazioni con qualche Cinese o di viaggetti in Cina (sarebbe come pretendere di "capire" Roma analizzando il condominio in cui si vive), e senza tener conto (attraverso uno studio approfondito più sui testi che sui depliants delle agenzie o sulle conversazioni con singoli Cinesi e che si basi su una dimensione STORICA) almeno dei seguenti elementi:
- la RPC non ha seguito i dettami del FMI e della World Bank: il suo modello finanziario, di sciluppo, ecc. resta DIVERSO, con tutte le conseguenze del caso anche a livello individuale;
- il "capitalismo" della RPC é differentissimo da quello occidentale, non fosse altro perchè in RPC le banche e le aziende principali restano DI STATO, tutta l'economia resta PIANIFICATA, il credito é gestito secondo le direttive del PCC, nessun Berlusca locale potrebbe mai accedere al controllo dei media nazionali e del potere esecutivo, le strategie di sviluppo NON SONO affidate al cosiddetto "libero mercato" (nocciolo idolatrico del liberismo selvaggio) ma...al PCC/Stato;
- gli evidenti influssi occidentali sul pianeta-Cina sono dialetticamente intrecciati con tradizioni e rielaborazioni cinesi plurimillenarie (é successdo lo stesso perfino col marxismo, che Mao ha profondamente stravolto in versione "contadinocentrica" ed "imperiale"....) senza conoscere le quali non si capisce nulla delle strategie geopolitiche cinesi ma anche delle tendenze culturali, economiche, delle mode in atto, del pensiero dei singoli.
Inoltre il pensiero cinese (da almeno 2 millenni) ha elaborato un sistema di approccio (istituzionale, collettivo, individuale) alle questioni della CONTRADDIZIONE del tutto diverso ed opposto rispetto a quello occidentale (almeno da Aristotele...e più ancora dall'epoca dei grandi monoteismi ebraico e poi cristiano); nel pensiero cinese, al contrario che in quello occidentale:
- il conflitto non é problema ma risorsa se governato verso nuova armonia...
- gli opposti (economici, culturali, ideologici, ecc.)si integrano proprio attraverso il conflitto...
- innovazione (rottura) e tradizione (continuità) si intrecciano nell'arte, nella politica, nella strategia militare, ecc.
infine, ben prima che in Occidente ci si ponesse il problema dello Stato, in Cina lo stato ha avuto un ruolo EGEMONE nella società, nell'arte, nell'economia, nella cultura, da millenni e la dimensione individuale non si é articolata a quella collettiva secondo i canoni (tendenti all'individuo-centrismo) di Platone, Cicerone, Cristo, Dante, Machiavelli, ecc. ma sullòa base di una prevalenza assoluta del collettivo ull'individuale (fin dall'età protoagricola!!!) e questo muta radicalmente la prospettiva con cui qualsiasi Cinese, anche il più "individualista" guarda alla realtà...
per questo, certi fenomeni sociali, di moda, arcghitettonici, economici, politici, ecc. della Cina di oggi vanno letti attraverso queste "lenti" e allora appaiono assai meno "degrado" e "perdita della tradizione" (una "tradizione" che spesso, in Occidente, è INVENTATA A TAVOLINO a posteriori, come la "scozzesità" del kilt, l'esistenza della "padania celtica", l'eredità dacica della Romania, l'"arianità" tedesca, certi costumi "tradizionali" norditaliani, ecc.!!!!!).....
aiuita più il testo di Sun Tzu a capire la Cina di oggi e di domani (e di ieri...) che non 100 articoli di opinionisti economici o 1.000 viaggetti in schegge, briciole di Cina!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!