La mia personale opinione non si discosta molto da quello di Glaus per alcuni tratti.
In anzi tutto, sul commercio, bisogna ricordare che vi sono dei regolamenti a secondo dello stato in cui si e', quindi, in linea di principio, DEVONO essere rispettati.
Cosi' e' vero che ogni stato ha le sue regole, e il concetto di concorrenza sleale e' prettamente collegato alle singole nazioni.
Quindi, in linea di massima, ogni stato puo' avere le proprie regole, senza essergli obbligatoriamente imposto da altri stati. Da queste regole poi si determinano rapporti piu' o meno forti fra le varie nazioni.
Cio' significa che saranno i cinesi a sbabilirsi i propri regolamenti nel proprio stato.
In Italia, paese molto garanteista, vi sono a volte anche forti restrizioni alla liberta' economica, che devono essere rispettati anche dagli stranieri che vivono in tale territorio, e' indiscutibile cio'.
2 precisazioni:
1)- Molti stranieri, molti cinesi, spesso violano la legge, riferendomi soprattutto alle leggi riguardo il commercio. Per svariati motivi.
La non conoscenza di tali leggi, a causa soprattutto di problemi linguistici (e' molto rilevante cio').
-La percezione prioritaria della propria esigenza di sopravvivenza rispetto alla legalita'. Quando uno straniero, che viene da una vita povera, e cerca di migliorarla, sente piu' tale necessita' che quella el rispetto della legge. Giusto o non giusto? Be', bisogna vivere certe situazioni per rispondere a cio'. Se non hai soldi, non puoi permetterti di vivere in un ambiente conforme agli regolamenti di sicurezza o sanitari, ma ti devi accontentare di luoghi stretti e sporchi, questo insegna la poverta'
-La mentalita' poco fiducioso verso le istituzioni, e verso gli obblighi imposti dallo stesso. Non si pretende niente dallo stato, in quanto stranieri e in quanto ci si sente lasciati soli da tali istituzioni, e non si tende a dare l'indispensabile allo stato per lo stesso motivo. Non sentendo le ideologie sociali che stanno dietro magari l'obbligo dei tributi, si percepisce quest'ultimi solo come una imposizione di uno stato disinteressato a loro (parlo come terzo).
2)
Bisogna per altro ricordare che gli stessi cittadini italiano non sono sempre perfettamente rispettevoli della loro legge. Si dice che 8 italiani su 10 sono degli evasori fiscali (fonte ripreso da un programma televisivo, e quindi non e' verificato la loro attendibilita'). Questo non perche' siano tutti criminali, ma perche' forse la pressione fiscale (tasse)e' troppo elevata. Puo' valere anche per gli stranieri.
Spesso, i cinesi, si sentono feriti, perche' le stesse persone che scagliano la pietra' della moralita', dall'alto della loro superiorita', sono anch'essi dei "peccatori" di legge.
Cosi', nella comprensione comunque delle vere esigenze delle persone meno agevolate, come possono essere molti stranieri, bisognerebbe far rispettare la legge a tutti, in egual modo. Si sa poi che assolutizzando questa teoria, si paralizzerebbe la societa', sempre intenta a rispettare le numerose leggi. Ogni tanto, a secondo delle situazioni, e compresi i fini della legge, bisogna anche essere un po' flessibili.
E' necessario quindi fare delle giuste leggi, e sensibilizzare in modo opportuno le persone italiane e straniere. Le persone straniere sempre piu' integrate (se ci e' consentito) cercheranno di adeguarsi il piu' possibile.
Ma mi sembra, ritornando all'argomento del topic, che problemi siano piu' di COMUNICAZIONE e SOCIALE per un queto vivere generale, per una convivenza spigolosamente possibile, nel rispetto reciproco, e non fomentando odio e razzismo.